Quando si pensa allo sviluppo sostenibile del nostro Paese, alla sua resilienza e al futuro delle nuove generazioni raramente ci si concentra su due aspetti che risultano estremamente collegati tra loro. Il primo è rappresentato dal capitale umano, che tra calo demografico (la forza lavoro si sta riducendo sempre più) e immigrazione giovanile all’estero risulta inevitabilmente destinato ad impoverirsi.

Il secondo consiste nell’immenso patrimonio storico culturale (pubblico e privato) del nostro paese, che con i suoi immobili e ciò che essi contengono (opere d’arte, archivi) rappresentano le vere e uniche “terre rare” sulle quali possiamo realmente e autonomamente

Se, dati alla mano, il capitale umano rappresentato dai nostri giovani rischia di disperdersi, il capitale storico culturale si sta deteriorando non solo per la mancanza di mezzi finanziari per attendere alla sua conservazione e valorizzazione, ma anche per l’ indisponibilità di professionalità disposte ad occuparsene. È questo il punto di possibile contatto virtuoso tra il capitale umano dei nostri giovani e il patrimonio storico italiano. Si pensi al settore del restauro anche dei beni mobili e di tutte quelle piccole imprese che stanno scomparendo (il 34% tra il 2014 ed il 2019 secondo Confartigianato Restauro)[1]. Il solo comparto delle dimore storiche private (oltre 36mila quelle sottoposte a vincolo nel 2019), prima della pandemia, generava domanda di interventi specialistici per 1,3 miliardi di euro all’anno (interventi per cui l’Italia eccelle essendo le professionalità del settore richieste anche all’estero)[2].

 

Nel complesso, il settore della gestione e della valorizzazione del patrimonio storico, tra i settori maggiormente colpiti dalla crisi pandemica, riesce a consolidare la dinamica di recupero anche nel 2022, facendo registrare gli incrementi più significativi in termini di valore aggiunto pari al +13,5%.[3]

 

Nel Rapporto dell’Osservatorio sul Patrimonio Culturale Privato 2021[4] la Fondazione Bruno Visentini ha provato a tracciare una mappatura di tutte quelle professioni che supportano il mantenimento e la valorizzazione del patrimonio culturale. In quella sede le professioni sono individuate a partire da tre codici ateco specifici legati all’attività museale, alla gestione del luoghi e alla conservazione/restauro del patrimonio storico[5]. Tra le tredici professioni culturali enucleate compaiono dunque anche i  restauratori di beni culturali e tecnici del restauro.

Nel successivo Rapporto dell’Osservatorio sul Patrimonio Culturale Privato 2022[6]  è emerso come tra le figure maggiormente richieste dai proprietari delle dimore storiche vi siano proprio i restauratori, con non poche difficoltà a reperire risorse esperte a causa di una scarsa offerta di professionisti nel mercato del lavoro e la chiusuta di numerose micro e piccole iprese artigiane[7]

Difficoltà che trova riscontro nella scarsa attrattività di questo tipo di professione agli occhi dei giovanissimi. Come rilevato infatti dall’ultima indagine dell’Osservatorio Politiche Giovanili della Fondazione Bruno Visentini[8] (vedi Figura 1 sottostante), tra il già non rilevante numero di studenti delle scuole superiori che vorrebbero avvicinarsi al mondo creativo-culturale, soltanto il 4,49% del campione opta per la professione del restauratore di beni culturali.

 

Figura 1. Distribuzione (%) scelta multipla opzionata dagli studenti alla domanda “Se interessato al gruppo di studio di architettura, beni culturali e archeologici, o a entrare in un’accademia di belle arti, quale professione artistica vorresti intraprendere?”

Fonte: Stime dall’indagine 2023 dell’Osservatorio Politiche Giovanili della Fondazione Bruno Visentini[9]

 

Tabella 1. Domanda “Dove pensi realisticamente sarà il tuo futuro nel 2030?”

Fonte: Stime dall’indagine 2023 dell’Osservatorio Politiche Giovanili della Fondazione Bruno Visentini

Un’altra interessante osservazione è che coloro che scelgono una formazione nel settore culturale e creativo tendono ad avere una maggior propensione al lavoro autonomo rispetto alla media nazionale, con una differenza di 12,9 punti percentuali sovvertendo il precedente indirizzamento negativo complessivo del mondo giovanile verso l’artigianato. La citata indagine sul futuro dei giovani, indica, infatti l’orientamento al lavoro autonomo (artigiano, negoziante, artista) scelto dal 19,6% dei rispondenti nel 2019, mentre lo stesso dato cala al 16% nel 2021 e si riduce al 12% nel 2022.[1]

In conclusione, nella composita filiera che ruota attorno alla tutela e valorizzazione del patrimonio storico culturale, in particolare privato, la professione dell’artigiano restauratore, con tutte le sue sfaccettature e specializzazioni, rappresenta un fattore di sviluppo non irrilevante per entrambi gli ambiti: lo sviluppo delle nuove generazioni e la valorizzazione di quello che è stato anche definito il più grande “museo diffuso” d’Italia[2].

 

Bibliografia

Cioffi, C. (2020), Covid-19: L’impatto e la risposta del governo italiano. L’impatto economico e sociale, in Fondazione Bruno Visentini, Osservatorio Patrimonio Culturale Privato, I Rapporto 2020

Cioffi, C. (2021), L’impatto economico e sociale, in Fondazione Bruno Visentini, Osservatorio Patrimonio Culturale Privato, II Rapporto 2021.

Cioffi, C. (2022), I fabbisogni professionali dei proprietari, in Fondazione Bruno Visentini, Osservatorio Patrimonio Culturale Privato, III Rapporto 2022.

Cioffi, C. (2023), Il mondo della scuola e i bacini occupazionali, competenze e fabbisogni professionali, in Fondazione Bruno Visentini, Osservatorio Patrimonio Culturale Privato, IV Rapporto 2023. Le seguenti stime provengono dai dati dell’Osservatorio Politiche Giovanili della Fondazione Bruno Visentini.

Cioffi, C., Indagine sul futuro dei giovani, in Fondazione Bruno Visentini, Osservatorio Politiche Giovanili, VI Rapporto 2023, in press.

Monti, L., Marchetti, F (a cura di), Il divario generazionale. L’ultima chiamata. Le politiche pubbliche nazionali e locali alla prova della Valutazione di Impatto Generazionale (VIG), Fondazione Bruno Visentini, Osservatorio Politiche Giovanili, VI Rapporto 2023, in press.

[1] Cioffi, C., Indagine sul futuro dei giovani, in Fondazione Bruno Visentini, Osservatorio Politiche Giovanili, VI Rapporto 2023, in press.

[2] Fondazione Bruno Visentini, Osservatorio Patrimonio Cultuale Privato I rapporto 2020.Gangemi, Roma 2020, par 3.1

 

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