L’artigianato leccese è il protagonista della puntata del 30 aprile della trasmissione radiofonica “I Viaggi di Rai1” condotta da Sandro Marini.

Il viaggio in questa terra verde dalla luce abbagliante, disegnata dall’aratro e dalle mani sapienti degli artigiani e le cui coste sono state modellate dal capriccio del mare, non poteva che partire da Lecce, capitale del barocco pugliese, con i suoi monumenti, chiese e palazzi rivestiti della morbida pietra bianca locale. La preservazione di materiali e risorse naturali è affidata al lavoro degli artigiani che perpetuano la tradizione e permettono di apprezzare l’autenticità di in questo lembo d’Italia ospitale e vivace.

‘La pietra leccese proviene da antiche cave’ racconta l’imprenditrice Giorgia Marrocco. ‘ Viene estratta da un bacino locale. E’ un calcare che risale all’era geologica del Miocene quando questo territorio era completamente sommerso dalle acque e infatti troviamo moltissimi fossili marini che sono stati raccolti in un museo a Maglie’.

A dare spessore culturale a Lecce non è solo la pesante pietra ma anche la leggera carta. Il capoluogo salentino, infatti, è noto anche per la lavorazione tradizionale della cartapesta. “La produzione – spiega il maestro artigiano Claudio Riso, nella cui bottega si trovano angeli svolazzanti e personaggi del presepe – è rimasta invariata nei secoli. Ancora oggi si modella con le stesse tecniche del ‘600, quando la cartapesta è arrivata a Lecce. Si parte da una struttura in filo di ferro, poi il corpo in paglia, testa, mani e piedi in terracotta o in cartapesta dal metro in poi, poi si incomincia la lavorazione della carta vera e propria che proviene da un’antica cartiera di Amalfi’.

“Così l’artigianato diventa proposta originale per un itinerario turistico”, spiega Luigi Derniolo, Presidente di Confartigianato Lecce.

“La puglia è ricca di storia, cultura, bellezze naturali, ma soprattutto è ricca di artigianato. Spicca la lavorazione della pietra Leccese, del giunco o della terracotta e del ferro battuto. Sono tutti elementi ‘poveri’ la cui lavorazione richiede tuttavia profonde conoscenze e un’attenzione particolare. Oltre all’enogastronomia il turista può visitare le botteghe artigiane e in alcuni casi prendere parte alla lavorazione, apprendendo quei saperi antichi che si imparano solo a bottega e creando piccoli oggetti che poi possono portare via con sé. Un turismo esperenziale che permette di vivere un luogo e non solo di visitarlo”.

 

Nella foto di Ivan Demenego: i fratelli Giuseppe e Vincenzo Rizzi, artisti del calcare leccese, nel loro laboratorio