Le  PMI italiane stanno da qualche tempo affrontando profonde e continue trasformazioni, anche nell’adattarsi alle nuove direttive del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Questa adattabilità implica una transizione verso un futuro che si sta delineando in una logica completamente diversa dagli scorsi decenni, focalizzandosi sulla rivoluzione ecologica e la creazione di reti eco-sistemiche interconnesse. L’interdipendenza e la sostenibilità, considerate come aspetti relazionali e plurali, sono elementi cruciali. Vi è la necessità di una visione trasformativa del contingente, sostenendo transizioni che devono saper assumere e valorizzare proprio le contraddizioni. Lo “Spirito Artigiano” emerge come pilastro di un pensare rigenerativo per il futuro dell’Italia. Un impegno sempre diretto al ‘bene comune’, l’unico vantaggio di ogni individualità.

 

Il mondo post-Covid, così come i tanti ‘-post’ che si stanno succedendo senza interruzione, è caratterizzato da trasformazioni profondissime. C’è la necessità per le PMI italiane di trovarsi interpreti di nuove logiche e nuovi parametri per cosa possa essere oggi vissuto da ciascuno come Valore.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con le sue 6 missioni, suggerisce una transizione verso un futuro di cambiamenti. Le PMI devono abbracciare una rivoluzione ecologica, trasformandosi in nuclei eco-sistemici interconnessi. L’interdipendenza e la sostenibilità – questa intesa come rafforzamento e non riduzione della crescita – non sono solo fattori vincolanti ma anche significati del valore relazionale e del Senso che ne deriva. Un ‘riprendersi’ post-Covid richiede  una visione complessiva che nasce solo da un diverso immaginario del vivere, in cui non si ritenga fuorviante ma bensì abilitante ‘abitare  le contraddizioni’.

 

“Okay Houston, we’ve had a problem here”

 

“Okay Houston, we’ve had a problem here”: ovvero “il maggior fallimento di successo” della storia dell’astronautica, e anche la missione lunare più famosa dopo Apollo 11.  L’episodio dell’Apollo 13 è un esempio formidabile di imprevisto non solo nella storia della conquista dello spazio ma anche nell’esperienza esistenziale di ciascuno di noi. Racconta di come una missione lunare ormai diventata quasi di routine abbia potuto trasformarsi in una inedita e estrema avventura quando un’esplosione   danneggiò i serbatoi dell’ossigeno a 330.000 chilometri dalla Terra. La celebre comunicazione   “Okay, Houston,   abbiamo avuto un problema qui” segnalò la complessità della situazione. Il potere ineliminabile dell’inprevisto. Lo sbarco sulla Luna fu cancellato ma l’obbiettivo iniziale si trasformò nel riuscire a ritornare sul Pianeta, cosa impensata dai programmi e per la quale sembrava non vi fossero le condizioni. La realtà può sfuggire ai piani e la sua corrispondenza   non segue leggi universali.

Il contesto post-Covid. Fallimenti di successo ci attendono.

L’episodio dell’Apollo 13 ci fa riflettere sul cambio di prospettiva innescato dal problema, passando da   un sicuro successo   a un improvviso fallimento. Questo cambio di paradigma – la trasformazione dell’insuccesso in risorsa – è paragonabile alla necessità di rivoluzionare le logiche con cui valutiamo risultati, soluzioni, certezze e benessere nel contesto post-Covid e in ogni altra situazione che ci espone ad uno sconosciuto ‘-post’.

Il regista Sorrentino, nella notte degli Oscar 2022, visti i risultati attesi e non arrivati, si dichiarò “felice”: “Io ho fallito nelle migliori condizioni di spirito. Sono molto contento di essere arrivato nella cinquina.”.

Citò per questo Stevenson: “Il nostro compito non è riuscire, ma fallire nelle migliori condizioni possibili. E io fallisco nelle migliori condizioni di spirito. Non lo considero un fallimento”. Il rimando di Sorrentino è non ad una consolazione, e tantomeno è una sorta di ripiego, ma ad una filosofia . La frase di Stevenson è una filosofia:

 

 “ Our business in life is not to succeed, but to continue to fail, in the best of spirits” ( il nostro scopo nella vita non è avere successo, ma continuare a fallire, con il morale alto). 

 

In questa direzione bisogna ridefinire il concetto di “ripresa” nel contesto post- Covid, esaminando la trasformazione delle PMI italiane e la necessità urgente di una prospettiva ecologica e sostenibile. Anche qui, abbiamo   la necessità di affrontare il cambiamento di paradigma, sottolineando la complessità invincibile del tempo odierno e la sfida di interpretare fenomeni in continua evoluzione. Tutto questo va indiscutibilmente ad impattare sulla ridefinizione delle Piccole e Medie Imprese (PMI) in un contesto post-pandemia. L’accento va verso temi di grande significato: la sostenibilità, la digitalizzazione, soprattutto la ri-abitazione ‘ecologica’, cioè rispondente a ciò che è altro da noi, delle relazioni.

Vi è dunque l’esigenza di riuscire a sostenere e gestire un aumento di complessità nel processo di ri ˗ presa, con riferimenti a una ‘supersocietà’, per dirla con Magatti-Giaccardi caratterizzata   dalla convergenza di processi globali, interazione   umana con la   biosfera e coinvolgimento profondo della soggettività nell’auto˗produzione sociale.

Crescono perciò aspettative ma anche opportunità per le nuove Piccole e Medie Imprese (PMI). Che diventano ‘sostenibili’. Dobbiamo   esplorare la possibilità di poter pensare a nuove Piccole e Medie Imprese (PMI) appunto ‘sostenibili’ e ribattezzabili come ‘PMIS’, che fungano da soggettualità/punti  eco-sistemici generativi   di nuove strumentalità e significati.

Lo “Spirito   Artigiano”,  tipico della maggior parte delle piccole imprese, si  applica efficacemente alla realtà fattuale e ai suoi cambiamenti. Può essere il fondamento di un impegno ‘artigiano’ in grado di contribuire in modo rigenerativo, riassicurante e rinsaldante il futuro economico (e non solo) del nostro Paese. Questo impegno ‘artigiano’, centrato sul significato del dedicarsi, della spesa personale  e dei vantaggi cercati, è un elemento   indissolubile di valore per la  rigenerazione delle aree locali, riabitabili da comunità più forti,  poiché focalizzato sulla reciprocità, sul fare ‘con’ più che sul fare ‘per’, sulla cura, la sollecitudine responsabile e lo sguardo su il bene comune.

(Sintesi del documento ‘Le PMI italiane alla prova della ripresa post˗Covid’ in XII Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione, Fondazione Moressa).

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