Le tre storie che seguono fanno parte del progetto “L’artigianato che ci piace”, lanciato da Confartigianato in collaborazione con il professor Vincenzo Schettini, noto influencer nel mondo dell’educazione scientifica. L’obiettivo è avvicinare i giovani al mondo dell’artigianato, incoraggiandoli a mettere in pratica le loro abilità con il famoso motto di Schettini: “fate cose”. In queste testimonianze, che pubblichiamo in anteprima su Spirito Artigiano, emergono differenze nei percorsi personali e professionali, ma anche valori comuni che mettono in luce il potenziale dell’artigianato per le nuove generazioni
“La mia sfida è realizzare capi d’abbigliamento intimo che siano morbidi, soffici, delicati al contatto con la pelle. Duci, appunto, come si dice nel dialetto della mia terra, la Sicilia”. È questa la mission della LuciDuci di Lucia La Duca, sfruttare le nuove tecnologie per sprigionare tutte le potenzialità delle fibre naturali, a cominciare da canapa e bambù.
Dietro questo, però, c’è la voglia di Lucia di tornare in Italia dopo una lunga esperienza nel settore automotive in Gran Bretagna, una consolidata tradizione di famiglia nell’artigianato e nell’abbigliamento da lavoro e la ferma volontà di valorizzare i territori italiani, la cultura e le produzioni locali.
Nata nel 2021, oggi la LuciDuci è una piccola impresa dinamica e innovativa protagonista della moda sostenibile made in Italy, che fa rete con i piccoli produttori per realizzare abbigliamento intimo per uomo, donna e bambini. Prodotti sostenibili e naturali, venduti in Italia come nel resto del mondo grazie all’e-commerce e a una qualità delle lavorazioni e delle materie prime che soltanto il miglior artigianato italiano può garantire.
Lucia La Duca con la sua LuciDuci ci mostra come la sostenibilità e la tradizione possano convivere con l’innovazione tecnologica. Dalla moda passiamo alla ceramica con Matteo Galbusera, che ha trovato in una prestigiosa azienda di Faenza un ambiente unico per imparare e tramandare un mestiere antico.
La storia di Matteo Galbusera parte da lontano, molto lontano. Precisamente dal Sud America, “quasi dalla fine del mondo”, come ha detto Papa Francesco presentandosi dal balcone di San Pietro nel giorno della sua elezione a Pontefice.
Figlio di missionari laici dell’Associazione “Operazione Mato Grosso”, Matteo nasce in Perù ventidue anni fa. Qui frequenta le scuole e inizia a muovere i primi passi nel mondo del lavoro tra le vigne della zona. L’ingresso nel mondo dell’artigianato avviene proprio all’ombra della Cupola di San Pietro, dove partecipa al primo corso di muratore, stuccatore e decoratore della Fabbrica di San Pietro, la secolare scuola vaticana dei mestieri ritornata in attività nel 2023.
Al termine del corso Matteo Galbusera entra in una delle più apprezzate botteghe d’arte d’Italia, la storica Ceramica Gatti. “Per un giovane, la vera fortuna è avere un Maestro artigiano da cui imparare ogni giorno esperienza e segreti del mestiere. A Faenza ho trovato un ambiente famigliare unico, capace di sostenere e supportare il mio sviluppo professionale. Il mio sogno è quello di tornare un giorno in Perù e insegnare questo mestiere a chi non ha avuto una possibilità personale. Per adesso, però, ho ancora molto da imparare”.
Se per Matteo l’apprendimento dai maestri artigiani è il fulcro del suo percorso, Cristian Cernera ci porta in un mondo in cui tecnologia e innovazione sono strumenti fondamentali per proiettare il giardinaggio verso il futuro, rendendo il lavoro artigiano sempre più attraente per i giovani.
“A breve non cercheremo più periti agrari ma ingegneri ed esperti di informatica”. Una battuta, quella di Cristian Cernera che, insieme a Ivan Garavini, guida la Agriflor di Medicina (Bo), attiva nel settore della cura del verde, dell’impiantisca outdoor e della realizzazione di piscine e pergolati.
La partecipazione all’Expo 2015 di Milano è stata un’occasione unica di confronto “con le realtà internazionali del nostro settore. Un’esperienza che ha completamente cambiato i nostri obiettivi, la nostra visione e, soprattutto, le nostre lavorazioni. Dopo Milano abbiamo iniziato veramente ad esplorare il futuro del settore con le tecnologie disponibili”, ha spiegato Cernera.
Venti dipendenti, supportati da alcuni collaboratori stagionali nei periodi di lavoro più intenso, la manutenzione delle aree verdi di sei comuni e uno sguardo, appassionato, sul futuro del settore tra collaborazioni e sperimentazioni delle ultime tecnologie applicate al giardinaggio. “Oltre ai lavori tradizionali, oggi siamo specializzati nella realizzazione e manutenzione delle pareti verdi verticali e nella progettazione di giardini semplici e lineari che siano adattati alla manutenzione ordinaria del prato. Sperimentiamo e testiamo le ultime tecnologie proprio per diventare giardinieri 5.0 ed essere anche più attraenti per i giovani”.
“Il supporto che la scuola offre al mondo dell’impresa è ancora troppo teorico e distante dalla quotidianità del lavoro artigiano. Oggi, è l’imprenditore che deve avvicinarsi alle aule, andare a parlare ai giovani e provare a colmare quel gap di competenze che la teoria insegnata tra i banchi di scuola non riesce totalmente a soddisfare”, ha concluso Cristian Cernera.
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