Flavia Pinello è una giovane stilista palermitana, costumista per il cinema e il teatro e stilista di abiti da cerimonia, alta moda e prêt-à-porter. Da anni sfida gli stereotipi di genere e le difficoltà di fare impresa, soprattutto nel Sud Italia, a colpi di competenze, condivisione e sostenibilità.

 

“Le competenze tecniche sono fondamentali per poter fare questo mestiere. Non basta saper disegnare, bisogna conoscere le tecniche sartoriali. Questo è uno dei principali problemi che si hanno con le nuove generazioni”, spiega la titolare dell’Atelier Modart di Palermo. Anche nel mondo della sartoria e dell’alta moda, una delle roccaforti del made in Italy nel mondo, la distanza tra scuola e impresa è tanta, troppa per formare i più giovani sulle competenze richieste dal mercato del lavoro.

Oggi, “la tecnologia può essere un supporto importante per l’imprenditore. I modellisti scompaiono e l’intelligenza artificiale può aiutare a colmare il vuoto di queste figure professionali. Così come per la prototipazione dei nuovi modelli. Se prima questa era una delle fasi più impegnative della produzione, oggi l’IA può abbattere tempi e costi, dando una versione incredibilmente realistica dei modelli da presentare al mercato”, continua a raccontare questa imprenditrice siciliana, che ha iniziato il proprio percorso imprenditoriale nel 2011, “con l’apertura del laboratorio di sartoria a Palermo. Nel 2013, invece, ho lanciato il brand che porta il mio nome e con cui presento le mie creazioni”.

“La spinta della globalizzazione sembra essersi attenuata, oggi si torna a comprare nei negozi di prossimità, si riparano abiti, scarpe e oggetti. L’artigianato e il su misura stanno vivendo un momento di rinascita, anche se il settore della moda vive un periodo di enormi difficoltà”.

Una crisi senza precedenti, che continua senza sosta dalla pandemia che ha paralizzato il mondo nel 2020. “Subito prima del Covid, in Sicilia abbiamo creato Mithos, il distretto siciliano della moda. Un’iniziativa molto importante per tutte le micro e piccole imprese isolane, per condividere costi, lavori e prototipazione e lavorare in rete per abbattere i limiti delle possibilità delle nostre imprese – continua a raccontare Flavia Pinello, attuale Presidente del distretto Mithos – Siamo partiti con 20 laboratori e con tanti progetti ambiziosi da mettere subito in campo. Il Covid ha bloccato tutto, però, così il primo lavoro del distretto è stato produrre le mascherine anti-contagio. Oggi, abbiamo 62 laboratori di sartoria e accessori per la moda e siamo diventati un punto di contatto per tutta l’Isola, divisa tra i centri di produzione, concentrati tra Messina e Catania, e i designer, che invece lavorano a Palermo e provincia. Superata la crisi innescata dal Covid, abbiamo realizzato tanti progetti che ci hanno permesso di condividere esperienze e attività tra tutte le realtà del fashion district siciliano. A cominciare dalle tante iniziative per promuovere la sostenibilità nella moda, dall’accordo con il Cobat Tessile per il recupero degli scarti di lavorazione alla condivisione degli avanzi di magazzino tra le varie imprese del distretto, così da evitare sprechi ed allungare il ciclo di vita di fibre e tessuti”.

Un’altra delle iniziative adottate dal Distretto siciliano della Moda per la sostenibilità è l’ecoprogettazione, “una progettazione che non prevede sprechi e scarti e per cui si realizzano soltanto i capi che verranno poi presentati sul mercato. Anche in questo caso, la tecnologia aiuta le nostre imprese a ridurre gli sprechi e, di conseguenza, costi e tempi di lavorazione”.

(Racconto e intervista di Fabrizio Cassieri)

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