Lavorava come chimico ma una passeggiata in sella con il padre lo ha portato a rimettere in discussione la sua vita. Ora Alessandro Fornara è un maniscalco e pareggiatore, un “ortopedico dei cavalli”. La sua base operativa è alla Buraiga di Fontaneto d’Agogna (Novara) dove abita con la famiglia e i due cavalli Delhi e Lena ma ha caricato la bottega su un furgoncino e si sposta per raggiungere scuderie, maneggi e box nelle tenute private: “Mi dà grande soddisfazione vedere che il mio lavoro fa stare meglio il cavallo”.
Da bambino Alessandro amava cavalcare con la cugina e lo zio, poi crescendo ha accantonato questa passione e ha scelto studi molto lontani da quel mondo, diplomandosi chimico. Ha lavorato in rubinetteria e poi in un’azienda nel settore della galvanica tradizionale come responsabile di laboratorio fino a quando, sei anni fa, lui, il fratello e il padre si sono regalati una passeggiata a cavallo nel bosco: “E’ stata una folgorazione – racconta Fornara – Mi sono chiesto perché non avessi capito che volevo un lavoro a contatto con la natura e i cavalli in particolare. Quel giorno è scattato qualcosa”.
Oltre a riprendere a cavalcare regolarmente, nel 2016 Fornara comincia a studiare tutto ciò che riguarda lo zoccolo del cavallo e si iscrive al corso di mascalcia della clinica veterinaria di San Siro. Intanto avvia una collaborazione con un maniscalco del Borgomanerese: “La scuola mi dava un’infarinatura teorica, con lui facevo esperienze preziosissime e imparavo i primi rudimenti del mestiere, a cominciare da come stare sotto al cavallo. Quando si lavora con gli animali bisogna capire che cosa ti stanno dicendo e questo te lo insegna solo la pratica”.
All’inizio dello scorso anno c’è il grande salto: Alessandro lascia il lavoro come chimico e il 9 gennaio 2020 apre la sua impresa. Arrivano i primi clienti che raggiunge a domicilio con la “bottega viaggiante” sul furgoncino dove ha installato levigatrice, trapano, incudine, ferri di diverse misure e forgia per scaldare il metallo. L’emergenza Covid non è stata un limite: “In un certo senso ha riequilibrato alcune situazioni nel nostro mestiere limitando gli spostamenti dei maniscalchi da una regione all’altra, prima forse eccessivi, e stimolando la ricerca di artigiani sul territorio che per me è stata un’occasione di crescita – commenta Fornara – Inoltre, dopo anni di crisi, il settore sembra aver ripreso slancio e molti sono tornati ad apprezzare l’attività all’aria aperta con le passeggiate in sella. Chi ne ha la possibilità acquista il cavallo e lo tiene vicino a casa”.
Intanto Fornara ha continuato ad approfondire ogni aspetto della ferratura e si è specializzato anche nel “pareggio” cioè l’attività del maniscalco che non mette i ferri e lavora sullo zoccolo del cavallo lasciato “scalzo”; si relaziona spesso con i veterinari e viene chiamato quando un cavallo ha problemi o deformità che possono essere risolte con la mascalcia.
“Sono molto contento di aver scelto questa attività – conclude Fornara – Vivo nella natura, scelgo come gestire gli impegni nel corso della giornata e lavoro con i cavalli che sono la mia grande passione. Poi osservare il miglioramento o la guarigione di un animale che soffre e non riesce a muoversi come dovrebbe è un’emozione impagabile”.
Barbara Cottavoz
Barbara Cottavoz, giornalista professionista, lavora nello staff dell’ufficio Comunicazione di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale e collabora con “La Stampa”, quotidiano per cui è stata redattore per vent’anni.