Prima di formulare qualsiasi considerazione è bene partire dall’analisi dei dati che delineano gli orientamenti relativi alle scelte scolastiche di famiglie e ragazzi per il prossimo anno.
I Licei continuano a essere preferiti da oltre la metà delle studentesse e degli studenti che devono effettuare la scelta della secondaria di II grado, con il 57,1% delle iscrizioni rispetto al 56,6% di un anno fa.
Nello specifico, il Liceo classico viene scelto dal 5,8% degli studenti (un anno fa era al 6,2%). Il 26,1% sceglie i Licei Scientifici (dato sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno). Lo Scientifico tradizionale raccoglie il 14,1% delle preferenze (rispetto al 14% del 2022/2023). Il Liceo Linguistico, invece, sale dal 7,4% al 7,7%.
Se il Classico registra una lieve flessione, cresce sensibilmente il Liceo delle Scienze Umane, dal 10,3% all’11,2%. L’Artistico cala dal 5,5% al 4,9%. I Licei ad indirizzo Europeo ed Internazionale vengono scelti dallo 0,4% (0,5% un anno fa), i Licei Musicali e Coreutici passano dallo 0,7% allo 0,9%.
In conclusione, al netto di un lieve riequilibrio interno, il Liceo rimane l’opzione più gettonata da famiglie e studenti.
Scuola Secondaria di II grado – Confronto dati a.s. 2023/2024 – a.s. 2022/2023
(Fonte: Ministero dell’Istruzione e del merito- Direzione generale per i sistemi informatici e la statistica)
Qui si apre la prima riflessione: in Italia il comparto manifatturiero rappresenta un settore vitale per valore aggiunto ed occupa storicamente un posto rilevante in Europa. Il nostro Paese può permettersi che il 60% delle future generazioni scelga indirizzi liceali, in molti casi senza un percorso successivo qualificante? In una Nazione a forte vocazione manifatturiera come la nostra questa tendenza sta producendo conseguenze evidenti sul mismacth delle competenze. Il rapporto tra i profili richiesti dal mondo del lavoro e quelli formati dal sistema scolastico è un tema che spesso ci vede intervenire con l’invito ad una urgente riorganizzazione dell’intero assetto della scuola secondaria superiore e la formulazione di proposte. I dati sulle iscrizioni 2023/2024 sono un ulteriore campanello d’allarme che non può essere ignorato. Proviamo a riflettere a partire dai numeri. Nel Lazio, ad esempio, ben il 70% degli studenti sceglie percorsi liceali, indirizzi che offrono una preparazione propedeutica ad uno sbocco universitario o di specializzazione successiva. Cosa che non sempre avviene.
Di conseguenza moltissimi ragazzi si affacciano al mondo del lavoro con una preparazione generalista e insufficiente per una affermazione professionale.
Scuola Secondaria di II grado – Percorsi per regione a.s. 2023/2024
(Fonte: Ministero dell’Istruzione e del merito- Direzione generale per i sistemi informatici e la statistica)
Qualche nota positiva la riscontriamo rispetto agli Istituti Tecnici. In questo caso le iscrizioni salgono dal 30,7% al 30,9%. Una crescita troppo limitata per cantare vittoria ma almeno i dati mostrano una tendenza positiva. Tra gli Istituti Tecnici, il Settore Economico è scelto dal 10,3% degli studenti, contro 11,5% dell’anno scorso. In questo settore, l’indirizzo più gettonato è “Amministrazione, Finanza e Marketing”, preferito dall’8,7% delle studentesse e degli studenti, mentre il 2,8% sceglie l’indirizzo “Turismo”, un ambito che, invece, richiederebbe professionalità ben formate e di numero superiore. Il Settore Tecnologico, scelto un anno fa dal 20,4% dei ragazzi, quest’anno conta il 19,4% delle preferenze. Nel settore Tecnologico gli indirizzi più gettonati sono “Informatica e Telecomunicazioni” (6%), “Meccanica, Meccatronica ed Energia” (2,8%) e “Chimica, Materiali e Biotecnologie” (2,4%).
Scuola Secondaria di II grado – Iscrizioni online per indirizzi di studi a.s. 2023/2024
(Fonte: Ministero dell’Istruzione e del merito- Direzione generale per i sistemi informatici e la statistica)
Dal quadro delineato emerge una sostanziale tenuta degli Istituti Tecnici che, tuttavia, licenziano una quantità di diplomati insufficiente per le necessità del lavoro.
Però se un versante della istruzione più legata al mondo delle professioni manifesta una tenuta e sembra avere un certo appeal, non si può affermare lo stesso per la istruzione professionale. L’iscrizione agli Istituti Professionali registra un calo preoccupante: dal 12,7% di un anno fa al 12,1%. Tra i ‘Professionali’, gli indirizzi maggiormente scelti sono “Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera” (4%), “Manutenzione e Assistenza Tecnica” e “Servizi per la Sanità e l’assistenza Sociale” (entrambi all’1,6%) e “Servizi Commerciali” (1,3%).
Come abbiamo più volte segnalato appare urgente ridefinire l’intero comparto che riguarda la filiera della istruzione professionale poiché tale mancanza di ‘appeal’ si ritorce anche sulle scelte successive che riguardano il rapporto sperequato (sempre al livello delle iscrizioni) tra ITS ed Università. In più occasioni, come Fondazione Germozzi, abbiamo segnalato la gravità di questa situazione che va ad appesantire l’Emergenza Educativa in cui versa l’Italia. E’ necessario accompagnare le scelte degli studenti e delle famiglie, rivedere programmi, percorsi di studio e metodologie didattiche per ritornare ad essere una scuola di qualità, in grado di collegare armoniosamente scuola e mondo del lavoro.
I percorsi liceali e soprattutto umanistici dovrebbero rappresentare, in un Paese come il nostro con forte tradizione imprenditoriale, una scelta importante ed essenziale ma non pesantemente maggioritaria. Una scelta consapevole e che prelude ad uno sbocco universitario o comunque superiore, come avviene nei sistemi scolastici di altri Stati. Il rischio che le opzioni professionali diventino scelte marginali e che la preparazione offerta dalla scuola rispetto al mondo del lavoro risulti sistematicamente insufficiente sta diventando un mantra ripetuto da tutti gli istituti di ricerca. Tale situazione, sommata ad altri fattori quali ad esempio la crisi demografica, può contribuire sensibilmente ad un arretramento della nostra capacità produttiva.
E’ evidente l’urgenza di saldare le necessità del mondo del lavoro con l’offerta scolastica ed implementare un efficace sistema di orientamento che accompagni le famiglie ed i ragazzi ad una scelta consapevole.
Giovanni Boccia
Lucano, 54 anni. Laureato in Sociologia. Si occupa e si è occupato di istruzione e formazione (a diversi livelli: dalla istruzione pubblica alla formazione manageriale, passando per quella continua e professionale) da oltre 30 anni. Ha coordinato, sin dai primi anni ’90, i primi progetti europei Horizon - su scala nazionale - per l'inclusione sociale e giovanile. E’ Responsabile della Formazione Interna della Confartigianato Imprese e, attualmente, anche Direttore della Fondazione Germozzi. Cura, per la stessa Fondazione, il coordinamento editoriale dei ‘QFG’ : i Quaderni della Fondazione Germozzi (ricerche, studi e analisi di natura economica e sociale). Per la stessa Fondazione progetta e organizza eventi di natura convegnistica e di ‘riflessione’ pubblica