In una fase di indebolimento del ciclo economico, la domanda di lavoro sta sostenendo i processi di crescita economica. Sono sempre più ricercate le competenze per affrontare le transizioni digitali e green, ma cresce la difficoltà di reperimento del personale, a cui le piccole imprese stanno reagendo con misure diversificate per attrarre giovani talenti e trattenere i lavoratori con più elevate skills ed esperienza.
Il problema
A settembre 2023 l’occupazione continua a crescere, consolidando una progressiva espansione. Nell’arco di dodici mesi gli occupati salgono di 512 mila unità (+2,2%), una dinamica determinata dall’aumento di 443 mila dipendenti permanenti (+2,9%) e di 115 mila indipendenti (+2,3%), mentre scendono di 47 mila unità i dipendenti a termine (-1,6%). Le micro e piccole imprese sono un driver della domanda di lavoro: con il 49,7% dei dipendenti in forza, determinano il 59,6% delle entrate di lavoratori previste nel trimestre novembre 2023-gennaio 2024.
La crescita dell’occupazione si associa ad un rilevante e crescente mismatch tra domanda ed offerta di lavoro, soprattutto se qualificato. A novembre 2023, secondo i dati Unioncamere-Anpal, (2023), le imprese italiane indicano una difficoltà di reperimento che in un anno sale di 2 punti percentuali, arrivando al 48,5%, quota che sale al 55,0% nel Nord Est e al 61,0% per gli operai specializzati e conduttori di impianti e macchine.
Il confronto internazionale evidenzia che la scarsità di manodopera è un problema diffuso in Europa. Secondo una recente rilevazione di Eurobarometro (Commissione europea, 2023) è particolarmente difficile trovare lavoratori con le giuste competenze per il 78% delle piccole e medie imprese (PMI) europee e, nel dettaglio, per l’84% delle PMI in Francia, per l’80% in Spagna, il 75% in Italia e il 70% in Germania. Nel 53% delle PMI europee è difficile trattenere lavoratori esperti, quota che sale di 10 punti in Italia. In particolare, le PMI italiane fanno più fatica a trovare operatori delle macchine, artigiani e lavoratori esperi del commercio (36% dei casi rispetto al 28% della media Ue).
L’analisi dei dati dell’indagine congiunturale trimestrale della Commissione europea (2023a) evidenzia che nel secondo trimestre del 2023 in Italia il 9,8% delle imprese manifatturiere registra un ostacolo all’attività dalla scarsità di manodopera, a fronte del 26,3% della media dell’Unione europea. Nel dettaglio la quota di imprese che riscontrano difficoltà di reperimento è del 17,7% in Francia e sale addirittura al 34,3% in Germania. Il fenomeno in Italia è in crescita (+4,4 punti) rispetto ad un anno prima mentre segna una attenuazione in Ue (-2,7 punti).
La difficoltà di reperimento del personale e la carenza di competenze può compromettere la transizione green e digitale delle imprese. Il 38,9% delle piccole e medie imprese nell’Unione europea a 27 indica che la carenza di competenze impedisce all’impresa di essere più sostenibile per l’ambiente, con un accentuazione per Francia (44,9%) e Italia (42,9%) rispetto a Germania (39,4%) e Spagna (34,8%). Nelle micro e piccole imprese italiane sono difficili da reperire 687 mila lavoratori a cui sono richieste, con un elevato grado di importanza, attitudine al risparmio energetico e alla tutela ambientale (Confartigianato, 2023).
Ostacolo all’attività da scarsità manodopera per imprese manifatturiere nei principali paesi Ue
II trimestre del 2023 e del 2022. % frequenza di risposta – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea
Le cause
Nel focus group condotto dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia (con anticipazioni in Quintavalle E. e Redolfi L., 2023) si è delineato il caleidoscopio di misure che le micro e piccole imprese stanno adottando per far fronte alla scarsità di manodopera. Gli imprenditori del panel evidenziano che i giovani hanno profondamente modificato la percezione del posto di lavoro e sono meno orientati ad un lavoro manuale e impegnativo. Il fenomeno rende problematico il ricambio generazionale dei lavoratori dell’impresa e il trasferimento delle competenze dalle figure senior a quelle junior, rischiando di dissipare le tecniche manuali alla base del “saper fare” che connota il made in Italy. Nel medio termine, viene messo a rischio un sistema di offerta – caratterizzato da artigianalità, alta qualità e originalità del prodotto – che si contraddistingue nel mondo. Nella visione degli imprenditori del panel, solo la creazione di valore basata su una elevata qualità può garantire la competitività della produzione nazionale.
Per affrontare le criticità, le imprese hanno reagito con interventi diversificati. Tra i più diffusi le collaborazioni con gli istituti tecnici e professionali, gli ITS e l’intensificazione di percorsi di stage, dei Pcto (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) e dei tirocini. Ai casi di aumento delle retribuzioni, si è associato il riconoscimento dei premi di produzione, l’offerta di pacchetti di welfare aziendale, una maggior flessibilità dell’orario di lavoro e, ove possibile, l’utilizzo dello smart working. Altri interventi sono stati finalizzati al miglioramento del clima aziendale e del comfort dei luoghi di lavoro. Nonostante le azioni intraprese, alcune delle imprese intervistate non hanno potuto espandere l’occupazione, ritardando o interrompendo il percorso di sviluppo dell’azienda.
Da una survey condotta su oltre 1400 piccoli imprenditori lombardi (Confartigianato Lombardia, 2023) sono emerse alcune misurazioni che accendono la luce su alcuni aspetti meno definiti della scarsità del personale.
Alle criticità in ingresso si affianca la difficoltà a trattenere manodopera, rilevata in modo marcato dal 31,1% delle imprese con dipendenti. Nel 45,8% dei casi la difficoltà a trovare manodopera determina l’incapacità dell’impresa a far fronte a una crescita degli ordini, ma nel 29,1% delle imprese determina una riduzione dell’attività: quest’ultimo caso si manifesta, per esempio, nel caso in cui l’impresa non riesce a sostituire un lavoratore che si è dimesso. Le dimissioni volontarie dei lavoratori, lo ricordiamo, rappresentano il 17,9% delle cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente, a fronte del 5,9% dei licenziamenti (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, 2023).
Soluzioni adottate per implementare la capacità delle imprese ad attrarre e/o trattenere personale
Settembre 2023, possibili più risposte, % imprese con dipendenti con difficoltà a trattenere /o trovare manodopera. Fonte: Rapporto Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia ‘Impronte d’impresa. Un’identità d’avanguardia per le PMI’
Dai dati del sondaggio emerge con forza l’importanza della collaborazione con le scuole e l’attivazione di stage e tirocini. Il 56,8% delle imprese intervistate con dipendenti che collabora con le scuole ritiene che tali relazioni, insieme con l’attivazione di stage e tirocini, agevolino l’impresa nella ricerca di manodopera. Nel dettaglio, l’81,1% ha collaborazioni con Istituti tecnici e professionali, il 25,5% con altre scuole secondarie superiori, il 15,9% con ITS e IFTS e il 5,3% con Università.
Il 24,9% delle imprese ha attivato o intensificato la collaborazione con le scuole per reagire alla criticità relativa al personale. In questa relazione con la scuola il mondo delle piccole imprese fornisce un valore aggiunto specifico, essendo una palestra fondamentale per i giovani in transizione tra scuola e mercato del lavoro: nell’arco cinque anni ogni piccola impresa ci sono tre giovani che hanno imparato un mestiere.
Con la crisi demografica, l’età degli occupati è salita considerevolmente e nel 29,8% delle piccole imprese e dell’artigianato lombardo vi sarà un rilevante ricambio generazionale nei dipendenti che genererà problemi all’impresa.
In relazione all’efficacia dell’ampio spettro di soluzioni adottate per rendere attrattivo il lavoro nell’impresa, gli interventi messi in campo sono pienamente efficaci nel 31,9% dei casi, parzialmente per un ulteriore 59,7%. Diventa strategico per le imprese, anche piccole, l’implementazione delle politiche del personale in un mercato del lavoro che nei prossimi anni si delinea assai turbolento. Dal 2023 al 2027 il fabbisogno di occupati in Italia è stimato del 3,1% all’anno, (Unioncamere-Anpal, 2023a), a fronte di un profilo discendente della popolazione in età lavorativa (20-64 anni) che nell’arco del decennio 2023-2033, secondo le più recenti previsioni demografiche dell’Istat (2023), scenderà di 2,2 milioni di unità, pari ad un calo del 6,4%.
Nel pieno delle transizioni digitale e green sarà il lavoro, il fattore più ‘antico’, ad assumere un valore strategico – essenziale per la sopravvivenza – per le imprese.
Last but not least, sono alte le sfide anche per l’intervento pubblico: si dovranno irrobustire le politiche del lavoro, armonizzandole con quelle dell’istruzione e con gli interventi contro la crisi demografica e la gestione dell’immigrazione, fattore non secondario a fronte di una quota di occupati stranieri che a metà del 2023 è pari all’11%.
(di Enrico Quintavalle, con Licia Redolfi, Ricercatore dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia dal 2011 e collabora agli Osservatori in rete coordinati dall’Ufficio Studi Confartigianato)
Foto di cottonbro studio
Riferimenti
Commissione europea (2023), European Year of Skills – Skills shortages, recruitment and retention strategies in small and medium-sized enterprises, Flash Eurobarometer FL529, 15 settembre
Commissione europea (2023a), Businesses survey
Confartigianato (2023), Key data su energia e sostenibilità delle MPI a vocazione artigiana, Elaborazione flash, 23 ottobre
Confartigianato Lombardia (2023), ‘Impronte d’impresa. Un’identità d’avanguardia per le PMI’, 13° Rapporto
Istat (2023), Previsioni della popolazione – Anni 2022-2080, settembre
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (2023), Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie, I trimestre 2023
Quintavalle E. e Redolfi L. (2023), I numeri – Così la difficoltà a trovare lavoratori frena la crescita di imprese e PIL, IlSussidiario.net, 25 luglio
Unioncamere-Anpal, (2023), La domanda di lavoro delle imprese, novembre
Unioncamere-Anpal, (2023a), Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2023-2027)
Enrico Quintavalle
Enrico Quintavalle è nato a Padova nel 1960, laureato in economia e commercio all’Università Cà Foscari di Venezia, è responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese e Direttore scientifico degli Osservatori in rete del sistema Confartigianato. Autore di numerosi articoli e rapporti su economia d’impresa, politica economica, finanza pubblica ed economia energetica. Con Giulio Sapelli ha scritto ‘Nulla è come prima’, Milano, 2019 Guerini e Associati. Dal 2009 cura una rubrica settimanale su QE-Quotidiano Energia.