Sulla stampa 3D e sulle macchine a controllo numerico – la loro crescente potenza e flessibilità ma anche la loro progressiva semplificazione d’uso e i costi sempre più contenuti – si è scritto e parlato molto, soprattutto nel mondo artigiano e quindi non li approfondirò. È comunque un ambito tecnologico da tenere sotto traccia in quanto il tasso di innovazione è davvero notevole e soluzioni considerate utili ma inaccessibili possono improvvisamente diventare a portata di mano

 

Ma il supporto del digitale alla realizzazione di prodotti (e naturalmente di servizi) va molto oltre la loro automazione produttiva. Il suo possibile contributo, infatti, è nell’innovazione a 360° e non si limita al COME produrre ma anche al COSA produrre.

Due attività, in particolare, vanno considerate con attenzione: la finitura fisica – e cioè le tecnologie e le soluzioni per migliorare e rendere unici prodotti standardizzati – e la personalizzazione digitale, che consente di rafforzare i legami e il senso di appartenenza dell’oggetto all’acquirente/utilizzatore.

Nel primo caso vi è una casistica infinita di strumenti – dalle decalcomanie ai laser – che consentono all’artigiano di finire l’oggetto con elementi che lo rendono unico o addirittura personale – ad esempio integrando il nome dell’acquirente o il destinatario del dono. Inoltre, la grande innovazione dei materiali consente di finire il prodotto aggiungendo particolari realizzati con materiali molto innovativi che possono dare un tocco di modernità anche a prodotti molto tradizionali. Pensiamo ad esempio ai materiali a memoria di forma, oppure a quelli “luminosi” e plasmabili che derivano dal mondo dei LED. Ovviamente l’uso di materiali innovativi non solo modifica l’estetica del prodotto stesso ma ne può cambiare le prestazioni e spesso in meglio. E quanto più un materiale è innovativo tanto più è difficile da usare con tecniche industriali ma richiede un approccio e una manualità artigiana.

Il secondo caso – la personalizzazione digitale – apre a notevoli spazi di innovazione. L’idea è molto semplice: associare allo specifico prodotto un’anima digitale, o meglio, una sorta di gemello digitale (già introdotto nell’articolo Bottega 5.0 – sperimentare e adattare) che ne aiuta la comprensione delle funzioni e l’utilizzo e ne moltiplica le modalità d’uso. Questa anima digitale pensata per l’utilizzatore può contenere programmi che ne variano il funzionamento, manuali d’uso audiovisivi che ne spiegano, mostrandolo, l’utilizzo; oppure ancora sensori che analizzano il contesto (pensiamo ai robottini per pulire le case – come Roomba –  o le piscine) e adattano conseguentemente il comportamento (ad esempio superano un ostacolo o fanno marcia indietro perché hanno raggiunto una parete o delle scale).



Ma come si attiva quest’anima? Può ad esempio essere sempre attiva (come nel caso dei robottini), oppure attivata da un sensore o un attuatore (un tasto di acceso/spento); oppure ancora scannerizzando un QR code visibile sull’oggetto che ci porta a un sito web da cui si può controllare l’oggetto stesso (ad esempio tramite il proprio smartphone) e si possono accedere a tutte le informazioni necessarie per usarlo. Talvolta questi siti raccolgono le informazioni che l’oggetto campiona durante il funzionamento: dalle informazioni che segnalano che uno specifico componente della macchina deve essere pulito (ad esempio nel caso delle macchine del caffè) o si sta rompendo e andrà sostituito a breve. Talvolta, invece, consentono una lettura storica dei dati raccolti (come nel caso dei termometri, barometri, igrometri) per fornire ulteriori informazioni all’utente che arricchiscono la sua esperienza del prodotto e ne migliorano l’usabilità e l’efficacia d’uso.

Fornire all’utente informazioni sulle modalità di utilizzo o elementi per usarlo meglio cambiano il prodotto e la sua utilizzabilità in profondità, trasformandolo da semplice oggetto a una vera e propria soluzione intelligente.

Il mondo della sensoristica inserita negli oggetti (ma anche nell’ambiente o nel corpo umano) viene chiamato Internet delle cose (IoT o Internet of Things) e rappresenta uno degli ambiti evolutivi del digitale più interessanti e portatore di innovazioni utili per il mondo artigiano. I sensori – e i siti web che integrano le conoscenze di prodotto e raccolgono le informazioni generate – stanno trasformando la natura stessa del prodotto e saranno sempre più economici e facili da usare. Vanno visti come ulteriori materiali a disposizione da inserire nei prodotti e sono pertanto un ambito tecnologico da tenere sotto traccia.

 

© 2024 Spirito Artigiano. Tutti i diritti riservati.

© Immagine realizzata con ChatGPT