Nuova Atlantide, il trimestrale di cultura civile edito alla Fondazione per la Susssidiarietà, il think tank nato nel 2002 per opera di Giorgio Vittadini, apre il numero di agosto con un editoriale a firma di Mauro Magatti dedicato al decisivo tema della formazione dei giovani nella supersocietà, il nuovo e complesso modello di sviluppo che si sta incardinando, in equilibrio tra digitalizzazione estrema e sostenibilità, che segna il passaggio di secolo proiettandoci oltre la globalizzazione e la cosiddetta modernità ‘liquida’.  

Spirito artigiano ha già ospitato una riflessione sulla supersocietà (leggi qui), in cui il professore Magatti ha sondato il ruolo della persona in questa dimensione ancora in fase magmatica, concludendo che la tecnologia da sola non ci salverà dalle sfide che l’umanità deve affrontare e che nel futuro prossimo ci sarà sempre più bisogno di collaborazione e ‘intelligenza artigiana’. “Per scongiurare le spinte distopiche che la attraversano, la supersocietà – spiega Magatti – ha dunque bisogno di più “persona”. Accanto ai superpoteri dell’intelligenza artificiale serve potenziare il sapere concreto dell’intelligenza umana diffusa: fatta di errori e fallimenti, ma anche di comprensione dei problemi, di condivisione delle prospettive, di concretezza delle soluzioni. Di sapere concreto, locale e universale insieme. Un’intelligenza vivente, non sclerotica, dialogante, non ingabbiata dalle procedure e invece capace di orientarle e sottoporle a critica. Una intelligenza libera, concreta, creativa. E perciò in relazione con tutto ciò che sta attorno, con la tradizione da cui viene e con il futuro verso cui tende”. 

Nell’editoriale di Nuova Atlantide Mauro Magatti compie un ulteriore passo avanti sostenendo la necessità di un una profonda revisione dei processi educativi e formativi per permettere alle nuove generazioni di affrontare le sfide che li attendono. 

Scrive Magatti: “Una delle urgenze del nostro tempo riguarda lo squilibrio tra il livello tecnologico della supersocietà, la sua complessità e la formazione delle persone. Appoggiarsi agli schemi del passato non serve più. Oggi occorre tenere insieme tutti gli aspetti della realtà e ciò significa andare oltre le logiche specialistiche e localistiche. C’è la necessità di persone capaci di uno sguardo d’insieme”.

 

Nella supersocietà le nuove generazioni vanno accompagnate per affrontare la realtà in antitesi agli automatismi. E questo passaggio decisivo implica un ripensamento radicale, un modo diverso e originale di pensare e intendere l’educazione. Secondo il metodo relazionale. Laddove si fa esperienza del legame indissolubile tra insegnamento e conoscenza. Un’esperienza entusiasmante. Per mettersi alle spalle il falso movimento della ripetizione dell’identico”. 

 

“Non c’è nessuna possibilità di procedere sensatamente nella direzione indicata dal nuovo ambiente tecnologico (digitalizzazione) e dalla nuova consapevolezza planetaria (sostenibilità) senza una revisione profonda dei processi educativi e formativi. Il tema del passaggio generazionale oggi sta tutto qua: a partire dal riconoscimento dell’inadeguatezza di un modo di pensare che, innovando e specializzando, aumenta le possibilità di vita ma insieme l’entropia, quali sono le condizioni per consegnare alle nuove generazioni la responsabilità di un nuovo pensiero e di una nuova forma di azione all’altezza della complessità in cui viviamo?” 

Leggi l’editoriale su Nuova Atlantide. 

 

Foto di Tara Winstead da Pexels