Il trend positivo di mercato nel 2022 per l’industria costruttrice di macchine utensili, robot e automazione sta proseguendo, anche se ad un ritmo decisamente meno sostenuto dell’anno scorso e soggetto ad un forte rallentamento.

Il fatturato del settore supererà comunque i 9 miliardi ma le aziende segnalano che, a fronte di una mole significativa di ordini, il problema principale consiste nell’approvvigionamento di materiali e materie prime, nel rincaro dei prezzi dell’energia, nella difficoltà a trovare personale qualificato.

L’articoloDall’auto alla scuola/ Le spinte che il Governo può dare all’industria italiana’, scritto da Alfredo Mariotti e pubblicato su ‘ ilsussidiario.net’ l’8 luglio 2022, delinea un quadro esaustivo della situazione nella quale si muovono gli operatori del settore, sottolineando anche i problemi e le sfide che investono le imprese nel breve e medio termine.

Dalla reingegnerizzazione delle macchine per convertirsi su nuove produzioni e settori alla riprogettazione dei sistemi sulla base dei nuovi standard; dalla sostituzione dei macchinari obsoleti alla necessità di trovare e formare personale qualificato.

Di fronte a questa situazione, l’articolo suggerisce ai decisori le misure attese a sostegno del settore: dalla necessità impellente e fondamentale di calmierare il prezzo dell’energia all’urgenza di impostare un timing per la riconversione incentivata degli impianti, producendo anche una revisione della normativa sugli ammortamenti.

Particolare attenzione viene data alla decisione di bloccare la produzione di motori endotermici entro il 2035, con le enormi conseguenze negative per un mercato primario in Italia. Interessanti considerazioni sono effettuate in merito alle effettive ricadute sugli obiettivi green, non essendo stato considerato l’intero ciclo di vita di un veicolo elettrico

Sottolineata anche la necessità di potenziare le scuole di ogni ordine e grado indirizzate alla manifattura ed al mondo tecnologico.

“I giovani – conclude il giornalista – sono il futuro non solo delle aziende, ma della nostra civiltà. Per questo motivo governare un Paese significa anzitutto pensare a chi lo guiderà negli anni a venire. La politica per essere tale deve necessariamente avere una visione di lungo periodo perché, come diceva Alcide De Gasperi, “un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione”.

 

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