A Parabita, un piccolo centro a pochi chilometri da Gallipoli, c’è un artigiano che ha personalizzato i canoni artistici del mosaico. Il suo nome è Matteo Russo e a colpi di tecnica, talento e martellina crea opere minimaliste, essenziali, che riscrivono il ruolo delle tessere nella composizione musiva e che rappresentano straordinari elementi di artigianato artistico per l’arredo casa. Siamo nel cuore del Salento, in una bottega dai soffitti a volta, calda e accogliente. Sulle pareti sono appese decine di quadri colorati, così realistici da sembrare dipinti. Avvicinandosi, però, le linee diventano le trame di tante tessere colorate, composte con maestria artigiana e talento artistico. “Sono un artigiano, però, non un artista”, sottolinea subito Matteo Russo.
Le sue opere sono splendidi mosaici che rappresentano gufi, fichi d’india, barche a vela e scorci di mare, oltre a interpretazioni personali di paesaggi. Tra tutte le opere, è un quadro che raffigura il volto di Papa Giovanni Paolo II ad attirare la nostra attenzione. Le linee del volto e le rughe sulla fronte sembrano il frutto di una fotografia ad alta definizione. Una volta di più, però, è la sapiente tecnica di un maestro artigiano a confondere i nostri occhi.
“La caratteristica principale dei miei mosaici è l’essenzialità delle linee, la loro purezza. Mi piace creare composizioni contemporanee, lontane da quelle del mosaico classico, che comunque lavoro per i pavimenti, le decorazioni e l’edilizia – continua a raccontare questo giovane maestro artigiano salentino – Utilizzo gli attrezzi tradizionali, come le spatole, la martellina, il tagliolo, la tenaglia e la trancia”, ci dice mentre indica un tavolo da lavoro dove gli attrezzi si alternano a centinaia di tessere colorate di diversa grandezza.
“Anche le tecniche di lavorazione sono quelle della secolare tradizione musiva. Il metodo diretto, che si crea allettando le tessere sul supporto finale seguendo la traccia del disegno, l’indiretto, dove non si vede effettivamente il risultato finale perché le tessere sono collocate sottosopra, e il più difficile dei tre, il metodo diretto su stucco provvisorio. Questo – aggiunge Russo – richiede maggiore tecnica e preparazione, ma ti permette di correggere il mosaico in corso d’opera”.
Lo stile unico di Matteo Russo, che nei periodi di maggior lavoro viene aiutato da Francesca De Rinaldis, ne sta facendo conoscere le opere anche fuori dai confini salentini.
“Vendo principalmente in alcuni negozi selezionati di artigianato e arredo casa. L’arte del mosaico è un patrimonio di questa terra, che si tramanda di generazione in generazione e che oggi deve essere tutelato e valorizzato”, continua un ragazzo che ha iniziato dalla lavorazione di tappeti intarsiati, per poi passare alla pittura su tela, prima di scoprire il magico mondo del mosaico con un corso di formazione di oltre un anno.
Era il 2004 e in quel momento nasceva una passione che non lo avrebbe più abbandonato.
“Nel corso degli anni ho cercato di sviluppare un mio stile, che portasse leggerezza ed essenzialità al mosaico. Queste caratteristiche danno tridimensionalità alle mie opere, valorizzando il ruolo di ogni singola tessera all’interno di una composizione, molto più di quanto non succeda nel mosaico tradizionale. Mi piace realizzare scene quotidiane, guardo un’immagine reale e la vedo composta in mosaico, come questa – e ci mostra un quadretto che raffigura uno scorcio di un pensile da cucina – In questo è stata fondamentale la mia esperienza da pittore, che mi ha permesso di sviluppare capacità visiva e intuizione artistica”. Tutte doti che Matteo Russo utilizza per creare un mosaico contemporaneo, incantevole, un prodigio di tecnica artigiana e talento artistico.
Testo di Fabrizio Cassieri
Foto di Ivan Demenego
La redazione
Operatori della comunicazione, appassionati di artigianato, mettono a fattor comune le sensibilità individuali in un lavoro di gruppo al servizio della migliore divulgazione dello ‘Spirito Artigiano'