“Sono un artigiano ossessionato dalla qualità”. Non serve aggiungere altro. In questa frase c’è tutto. Se poi a pronunciarla è uno chef blasonatissimo come Massimo Bottura, ecco che il significato di queste parole, scandite con profonda convinzione, assume una portata ancor più rilevante.

Nel corso del premio Confartigianato Cultura 2023 (organizzato da Confartigianato Emilia Romagna, tenutosi lo scorso 10 maggio) nella sala Cubiculum Artistarum dell’Archiginnasio di Bologna, il noto chef (che ha ricevuto in dono un’opera in ceramica del grande artista Mimmo Paladino, che riprende la forma di un boccale decorato con vari simboli che rimandano al mondo della cucina) ha più volte ribadito questo concetto. Bottura, incalzato dal giornalista Rai Federico Quaranta, ha avuto modo di ribadire – con tratti anche romantici – il suo essere un artigiano della cucina. Un’arte? Più che altro, artigianato. “Spesso e volentieri – così lo chef – i nostri ospiti a tavola ci guardano e dicono: questa non è cucina, è arte. Con assoluta normalità rispondo che c’è una differenza sostanziale: un artista è libero di fare ciò che vuole, io invece sono un artigiano ossessionato dalla qualità, in ogni cosa che faccio.

 

Come un ingegnere della Ferrari deve costruire una macchina veloce, così un artigiano deve cucinare del cibo buono

 

Come un ingegnere della Ferrari deve costruire una macchina veloce, così un artigiano deve cucinare del cibo buono. Io mi rispecchio nella categoria degli Artieri, che nella letteratura sta ad indicare colui che esercita un’arte. Un artigiano lavora con queste mani, accumula dentro di sé secoli e secoli di storia e trasforma quello che è la nostra conoscenza, il nostro senso di responsabilità in qualcosa che diventa unica e irripetibile e questo in Italia è l’esempio di ciò che rappresenta l’arte artigianale». Una tradizione, insomma, che è foriera della nostra straordinaria cultura. In tre parole: Made in Italy. E il blasone più prezioso è senz’altro quello che contraddistingue e rende unica proprio la nostra cucina. Cultura, storia, artigianato. «L’artigiano fa cultura e la tiene viva ogni giorno – rimarca Bottura – .  La cucina è cultura, ora sembra che in tanti se ne stiano accorgendo, infatti la cucina italiana è al vaglio per diventare Patrimonio dell’Umanità. La cultura sviluppa conoscenza, dalla conoscenza si arriva alla coscienza di ciò che hai fatto, di come l’hai fatto e di come l’hai raggiunto. Il duro lavoro nella quotidianità e il senso di responsabilità sono le leggi della mia vita. Amo tutto ciò che è arte e bellezza, cucinare è un gesto d’amore che trasporto in tutti i miei progetti, che siano per i primi del mondo o per gli ultimi, per me è la stessa cosa». Ma la cultura è anche rispetto, prima di tutto per il cibo. In questo senso Bottura ha sottolineato il suo grande impegno contro lo spreco alimentare. «L’anno scorso – racconta –  abbiamo trasformato 950 tonnellate di cibo, che altrimenti sarebbe stato sprecato, in 2.550.000 pasti per persone in difficoltà, coinvolgendo 105.000 volontari e chef di tutto il mondo perché la rivoluzione lo si fa insieme, perché assieme siamo più forti.

 

Combattere lo spreco alimentare significa combattere anche il cambiamento climatico. Non ho fatto altro che agire come avrebbe fatto mia nonna: non ti alzi da tavola senza avere finito ciò che è nel tuo piatto, non si butta via nemmeno il pane secco

 

Combattere lo spreco alimentare significa combattere anche il cambiamento climatico. Non ho fatto altro che agire come avrebbe fatto mia nonna: non ti alzi da tavola senza avere finito ciò che è nel tuo piatto, non si butta via nemmeno il pane secco». Artigianato è cultura. E le parole di Bottura, che riecheggiano anche concetti ribaditi a più riprese anche dalla nostra organizzazione, ne sono una chiara dimostrazione. Un vaso in ceramica, un cancello in ferro battuto, un pezzo lavorato al tornio, un paio di scarpe, un abito sartoriale, un piatto della cucina italiana sono arte. E come tale fanno parte di quel patrimonio culturale di cui l’Italia è maestra. L’Italia è il laboratorio della bellezza e della bontà. Un’alchimia perfetta fra tradizione e innovazione. Fra radici e futuro. In due parole, si potrebbe dire che Bottura, attraverso il suo lavoro di “artigiano ossessionato dalla qualità” è a pieno titolo un ambasciatore del ‘Valore Artigiano’.

«Arte e Artigianato – aggiunge Renzi, segretario regionale emilia romagna –  sono ingredienti di un ricetta che unisce la qualità delle materie prime, il saper fare, la passione, la cura per il dettaglio, il rispetto delle tradizioni unito all’innovazione. Il rispetto delle persone e dei territori.  Tutti elementi distintivi di quello che la nostra associazione chiama ‘Valore Artigiano’. Quel ‘Valore Artigiano’ che abbiamo celebrato nella figura di un grande chef, Massimo Bottura. In un Paese ricco di tradizioni gastronomiche l’alta cucina rappresenta un elemento prestigioso del made in Italy nel mondo. Chef Bottura domina l’Arte con la sapienza dell’Artigiano, creando piatti che sono un’interpretazione contemporanea della cucina italiana e che ci regalano un’esperienza gustativa unica e inimitabile, diventando di fatto ambasciatore del ‘Valore Artigiano’ nel mondo». A Bottura, Confartigianato ha dato in dono un’opera in ceramica del grande artista Mimmo Paladino, che riprende la forma di un boccale decorato con vari simboli che rimandano al mondo della cucina.

Foto tratta dal sito Osteria Francescana di Massimo Bottura