L’International Street Food è nato otto anni fa da un’idea di Alfredo Orofino, imprenditore torinese noto a molti come “il Re dello Street Food”. La sua passione per la cucina di qualità lo ha portato inizialmente ad aprire un pub nella sua città, per poi sperimentare lo street food, prima all’esterno della sua attività, con qualche truck. Il grande successo riscosso in quest’occasione lo ha spinto a creare un progetto itinerante per tutta Italia. Lo scorso anno le tappe sono state ben 150, con oltre 12 milioni di visitatori. Per l’edizione 2024 si è già giunti all’81ª tappa e la manifestazione supererà certamente il numero dello scorso anno, vista la grande richiesta. Le caratteristiche di eccellenza, qualità, originalità e tradizione sono alla base delle scelte di Orofino, per identificare i prodotti e le cucine da inserire. Vengono effettuati controlli che vanno dall’aspetto sanitario all’estetica di presentazione dei piatti proposti. I piatti regionali tradizionali sono molto richiesti e apprezzati dal pubblico, come ad esempio gli arrosticini abruzzesi, gli arancini e i cannoli siciliani, le bombette pugliesi, la porchetta di Ariccia, il maialino nero dei Nebrodi, e alcuni dei panini che contengono prodotti di eccellenza, come la cipolla di Tropea. Queste e molte altre sono le proposte culinarie di diverse regioni italiane, fra le quali ci sono anche le specialità dell’Abruzzo, della Puglia e della Campania, con la pizza fritta, o quella cotta nel forno a legna, piuttosto che la pasta mantecata nel cacio o i supplì del Lazio, e molti altri. Non sono ancora presenti la Valle d’Aosta, il Trentino Alto Adige e il Veneto con le loro prelibatezze.

L’International Street Food opera da sempre una ricerca per coinvolgere chef di strada di eccellenza, ma la notorietà della manifestazione e l’essere un punto di riferimento per questa categoria hanno portato, molto spesso, gli chef a mettersi in contatto con l’organizzazione per presentare le loro specialità. Il pubblico apprezza molto i piatti della tradizione italiana, valutandoli con attenzione: ne esamina l’estetica, la qualità dei prodotti utilizzati, la composizione e gli ingredienti. Molti non conoscono alcune specialità regionali, e la varietà delle proposte genera curiosità in chi ha modo di degustarle, risultando spesso compiaciuti e colpiti. Piatti come la stigghiola, composta di budella di vitello arrostite, il panino con la milza, entrambi eccellenze siciliane, le bombette di Alberobello, piccoli involtini di capocollo di maiale con sale, pepe, prezzemolo, caciocavallo e salume, o le coppiette romane, strisce di carne stagionata ed essiccata con spezie, sale e peperoncino, colpiscono gli avventori della manifestazione. I piatti italiani sono presentati sia secondo le ricette tradizionali sia in forma rivisitata, con l’aggiunta di altri ingredienti, espressione dell’evoluzione dei tempi. Questo permette agli chef di sperimentare la loro creatività culinaria, che risulta molto apprezzata.

All’interno della manifestazione sono presenti anche molte proposte gastronomiche originarie di altre nazioni. L’Italia è un paese multirazziale e questa scelta genera, oltre a interesse, inclusività, permettendo al pubblico di assaggiare pietanze che abitualmente non preparano a casa.