Cinque anni fa, il Manifesto di Camaldoli ci ha esortato a riconsiderare la centralità della montagna, un monito che oggi risuona con rinnovata urgenza. I cambiamenti climatici, sempre più evidenti, e l’evoluzione delle politiche territoriali, con la nuova legge sulla montagna che sta per essere varata, ci impongono di guardare al futuro delle terre alte con una visione chiara e lungimirante. Questa nuova legislazione, fortemente innovativa e attesa da anni, intende finalmente riconoscere la specificità delle aree montane, troppo a lungo trascurate da politiche di sviluppo generaliste.

Uno sviluppo davvero sostenibile deve essere poliforme e diversificato, capace di rispondere alle peculiarità di ciascun territorio. I territori montani, per loro natura, sono adatti ad ospitare principalmente imprese di piccole dimensioni. Queste imprese, operando in una logica di economia circolare, si integrano perfettamente nei piccoli centri, contribuendo a mantenerli vivi senza snaturarne l’essenza. Tuttavia, la sopravvivenza e la prosperità di questi centri sono minacciate dalla chiusura delle imprese e dalla mancanza di servizi essenziali per i residenti.

 

Una politica lungimirante per la tenuta o il ripopolamento delle comunità montane deve quindi passare dalla creazione di nuovi servizi per i cittadini e dall’incoraggiamento di nuove iniziative imprenditoriali.

 

In questo contesto, le imprese artigiane svolgono un ruolo cruciale. Non sono soltanto parte integrante del sistema produttivo, ma rappresentano un fattore decisivo di coesione sociale e di sviluppo economico per i territori montani e le aree interne.

 

Se vogliamo davvero combattere lo spopolamento e riportare attività economiche nei piccoli centri di montagna, senza trasformarli in parchi tematici per turisti, dobbiamo riconoscere anche il ruolo sociale che queste imprese svolgono.

 

È quindi necessario superare la narrazione “poetica” che vede la montagna come un luogo idealizzato, fatto di piccoli borghi per turisti, con professioni legate esclusivamente allo sci o ai rifugi. Dobbiamo raccontare una montagna che crea innovazione, fatta di piccole imprese che, partendo da saperi tradizionali, sviluppano nuove attività nel solco della sostenibilità. La montagna non è solo paesaggio, ma anche un laboratorio di sperimentazione dove tradizione e innovazione si incontrano per dare vita a nuove opportunità di sviluppo.

In questo numero di ‘Spirito Artigiano’, vogliamo celebrare tutto questo, approfondendo l’energia straordinaria delle nostre montagne e la vitalità delle piccole imprese artigiane come fattore di rinascita dei territori montani, creando valore economico e sociale.

Buona lettura!

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