C’è sempre più bellezza nell’economia italiana: è quanto afferma l’edizione 2023 di “Economia della Bellezza”, lo studio realizzato da Banca Ifis con l’obiettivo di rappresentare l’eccellenza del Made in Italy e che, negli anni, si è trasformato in una piattaforma che dà voce al tessuto imprenditoriale nazionale e offre ai decisori uno strumento utile per sostenere un settore orgoglio del nostro Paese nel mondo.

Scorrendo i numeri raccolti dalla challenger bank presieduta da Ernesto Fürstenberg Fassio, nel 2022, il valore dell’economia italiana della Bellezza ha sfiorato i 500 miliardi di euro, in crescita del 16% rispetto al 2021 e dell’8% rispetto al 2019, superando i livelli pre-Covid. Più in generale, il contributo di questo particolare comparto economico al Prodotto Interno Lordo nazionale si attesta al 26,1%, confermando l’eccezionale capacità di traino del sistema produttivo italiano.

“In Banca Ifis abbiamo un progetto, da quando sono arrivato nel 2019, che promuove fortemente la crescita delle Pmi, aziende motore di sviluppo dell’economia del Paese. Questo progetto ho voluto chiamarlo “Economia della Bellezza”, proprio per mettere in luce il valore del patrimonio dell’insieme di Arte, Cultura, Imprese, Artigianato e Design Industriale. In altre parole, quello che chiamiamo Made in Italy, qui, è al centro della nostra Banca” ha dichiarato Ernesto Fürstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis.

 

“Il Made in Italy si conferma sempre più la chiave di volta di tutta l’economia della Bellezza”

 

E proprio il Made in Italy si conferma sempre più la chiave di volta di tutta l’economia della Bellezza, dal momento che ha contribuito in modo importante alla ripresa italiana dopo il biennio pandemico. Nel 2022, questa ha rappresentato il 56% dell’aumento del Pil nazionale rispetto all’anno precedente e addirittura il 33% dell’aumento rispetto al 2019, ultimo anno pre-Covid.

Questa crescita ha portato il valore dell’Economia della Bellezza a raggiungere nel 2022 quota 499 miliardi di euro, dai 431 miliardi di euro di fine 2021. Di fatto, si tratta di una crescita più che doppia rispetto al resto del sistema produttivo italiano.

La convergenza tra il «bello e ben fatto» e il «buon lavoro» sembra sempre più esprimere un motore per l’intera economia italiana. La crescita del valore prodotto rispetto al 2019 (+37 miliardi di euro) è stata infatti generata per il 47% dalle imprese purpose-driven, per il 29% dal turismo culturale e naturalistico e per il 24% dalle imprese design-driven. A livello di settori, sono 8 quelli che hanno contribuito alla crescita del Pil della Bellezza rispetto al 2019: Agroalimentare (13 miliardi di euro) e Turismo (11 miliardi di euro) sono quelli che hanno registrato l’aumento maggiore, ma bene hanno fatto anche Tecnologia, Cosmetica, Sistema Casa, Ambiente, Orologeria e Gioielleria e Automotive, grazie al forte sviluppo dell’approccio purpose-driven.

 

“Il saper fare” artigiano contribuisce ancora al 54% del fatturato della manifattura italiana”

 

Particolarmente interessante è poi il ruolo del saper fare dei Maestri d’Arte che rappresenta sempre più un fondamento del Made in Italy. Per l’edizione 2023 di “Economia della Bellezza”, l’Ufficio Studi di Banca Ifis ha infatti scelto di dedicare un focus particolare a quanto l’eccellenza della manifattura Made in Italy tragga origine dal lavoro dei Maestri d’Arte. La principale evidenza è che il “saper fare” artigiano contribuisce ancora al 54% del fatturato della manifattura italiana. In quasi 9 casi su 10, le imprese della manifattura considerano l’artigianalità non sostituibile da macchinari. In un business sempre più globale, in cui i mercati internazionali richiedono un posizionamento differenziante, rappresentare la qualità e l’unicità del prodotto italiano è una delle sfide alle quali è chiamata la manifattura del nostro Paese. Infine, secondo le rilevanze di Banca Ifis, per le imprese manifatturiere italiane il valore aggiunto del lavoro artigianale ricopre un ruolo rilevante nella produzione, sia in fase di progettazione sia di realizzazione. Per il 71% delle aziende intervistate, l’artigianalità non rappresenta una semplice ricerca del lusso, ma uno strumento concreto (sempre e spesso) per dar forma alle idee, da introdurre nella fase di prototipazione.

In tal senso, il saper fare viene identificato da 8 imprese su 10 come fattore distintivo di competitività sul mercato poiché consente di rispondere efficacemente ai nuovi trend e alle nuove mode. In quest’ottica, gli artigiani si configurano come figure capaci di dare unicità al prodotto, integrando l’interpretazione in chiave contemporanea con l’attribuzione di un valore nel segno della tradizione, dell’innovazione e della sostenibilità.

Questa modalità di produzione che deriva dall’ibridazione tra artigianalità e manifattura rappresenta il vero e proprio modello italiano di produzione del Made in Italy. Se i grandi numeri della produzione industriale tendono a limitare l’originalità a fronte della necessità di promuovere prodotti accessibili a un ampio pubblico e, in questo, sono vincolati da forti esigenze di contenimento dei costi, la migliore manifattura italiana ha la volontà di approfittare di un saper fare legato alla tradizione e ai territori per promuovere prodotti in grado di distinguersi in qualità e specificità.

Lo studio “Economia della Bellezza” rientra all’interno delle progettualità di Kaleidos, il Social Impact Lab di Banca Ifis voluto dal Presidente Ernesto Fürstenberg Fassio. Il progetto, già vincitore del Premio Areté 2023, sviluppa iniziative a elevato impatto sociale in tre aree: comunità inclusive; cultura e territorio; benessere delle persone. Alle progettualità, Banca Ifis adotta un “Misuratore d’Impatto”, ovvero un modello algoritmico proprietario in grado di quantificare gli effetti positivi generati da ogni singolo euro investito. Applicando questo modello, già in questa prima fase, a 9 delle prime 25 progettualità realizzate da Banca Ifis, il modello ha restituito un moltiplicatore medio di 3,3: per ogni euro investito in progetti sociali, la Banca ha generato 3,3 euro di benefici per la comunità. E proprio il focus sulle comunità in cui Banca Ifis opera ha portato il Presidente Ernesto Fürstenberg Fassio a voler restaurare e mettere in sicurezza il murales di Banksy “Il Migrante bambino” a Venezia, una scelta coerente con l’impegno verso l’arte e la cultura che si sono concretizzati nell’inaugurazione, avvenuta lo scorso 28 settembre, del “Parco Internazionale di Scultura” presso la sede di Villa Fürstenberg a Mestre (Ve).


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