Negli ultimi tempi si moltiplicano, nel dibattito pubblico, le analisi e le riflessioni sul ruolo dell’associazionismo, sulla funzione dei cosiddetti corpi intermedi.
E’ un tema che appare, si inabissa e ricompare ciclicamente, come un fiume carsico spinto dalle trasformazioni del nostro sistema economico e dalle altalenanti vicende della politica italiana.
Da anni, a fasi alterne, alcuni osservatori preconizzano il tramonto delle associazioni, salvo poi celebrarne i meriti.
Noi imprenditori, che l’associazionismo lo viviamo ‘da dentro’, abbiamo la perfetta consapevolezza di quanto siano pericolosi una società atomizzata, un sistema economico pulviscolare.
Sappiamo bene quanto, invece, sia importante stare insieme, fare squadra, aiutarsi, lottare insieme contro i problemi di ogni giorno. E rappresentare le aspettative degli imprenditori nei confronti delle istituzioni, funzione essenziale dei ‘corpi intermedi’ che trasforma le tensioni in una spinta propositiva, fa leva su senso di responsabilità e coscienza civica per esercitare i propri diritti in un confronto democratico e finalizzato a trovare risposte efficaci, evitando sterili contrapposizioni e ‘derive‘ di piazza.
Noi imprenditori conosciamo le difficoltà del nostro lavoro, i momenti in cui non ce la si fa più e si vorrebbe mollare.
Ma, poi, scattano l’orgoglio e la passione per quello che facciamo. Per noi, per la nostra famiglia, per la nostra comunità.
“Siamo fieri di creare con le nostre mani e la nostra testa prodotti e servizi davvero italiani”
Perché siamo fieri di creare con le nostre mani e la nostra testa prodotti e servizi davvero italiani. Ormai sono in pochi, nel nostro Paese, a potersi vantare di questo. Noi sì!
E lo possiamo fare anche grazie al sostegno e alla spinta dell’associazionismo, ai valori e agli strumenti tipici del nostro mondo: l’aggregazione, la solidarietà, la mutualità, il radicamento territoriale espressi da quelle reti ‘salvavita’ che sono i Confidi per l’accesso al credito e per ottimizzare l’acquisto di energia, gli Enti bilaterali per la gestione del mercato del lavoro e del welfare, il modello della contrattazione sindacale e degli ammortizzatori sociali, i consorzi per l’export, le iniziative per promuovere l’innovazione e la digitalizzazione.
Lo abbiamo dimostrato anche in questi ultimi anni tumultuosi e drammatici. Confartigianato ha vissuto e combattuto in prima linea al fianco degli artigiani e dei piccoli imprenditori. Li abbiamo sorretti e accompagnati nelle inevitabili trasformazioni, li abbiamo spronati nei percorsi di innovazione. Ma, soprattutto, li abbiamo aiutati a proteggere e ad esaltare il ‘valore artigiano’, il fattore distintivo che rende unici al mondo i prodotti italiani, la carta vincente per diventare grandi restando piccoli.
Oggi, davanti alle incognite di profonde e traumatiche trasformazioni economiche e sociali, un’Organizzazione come Confartigianato è chiamata ad una rinnovata responsabilità, a nuove sfide, in ogni territorio.
E si possono vincere se ci impegneremo tutti insieme, nello spirito dell’associazionismo, con la passione con cui, ogni giorno, migliaia di persone lavorano al fianco degli imprenditori per contribuire ad una nuova fase di progresso sociale ed economico.
“Il nuovo non ci spaventa”
Il nuovo non ci spaventa. Per un sistema associativo come Confartigianato, la disponibilità ad evolvere è condizione irrinunciabile per svolgere al meglio il ruolo di rappresentanza e di servizio. Viviamo di stimoli sempre nuovi e sempre diversi che ci vengono trasmessi dagli imprenditori e dal contesto in cui operano. Stimoli che dobbiamo saper elaborare per offrire le risposte più adatte ai nostri soci. Dobbiamo saper guidare le aspettative di sviluppo delle imprese. Aspettative che addirittura spesso non vengono espresse perché gli stessi imprenditori non ne sono consapevoli. E in questo vi è la grande responsabilità e la grande sfida cui sono chiamate le nostre Associazioni: saper anticipare i bisogni delle imprese, saperle accompagnare nei percorsi migliori per renderle competitive.
Questo, per un’Associazione, significa mettersi alla prova, rischiare, puntando su dinamicità e flessibilità, per rafforzarsi come soggetto associativo e accrescere il peso di attore economico e sociale.
Oggi, più che mai, dobbiamo essere all’altezza del compito della rappresentanza imprenditoriale, facendo tesoro della nostra storia, di tanta fatica quotidiana, di traguardi e di successi.
Non consideriamo banale e fuori moda esprimere l’orgoglio di appartenere al mondo dell’artigianato, di essere parte di Confartigianato, di riaffermare la nostra identità, condividendo i valori comuni dell’’essere artigiani’, di essere imprenditori che sanno valorizzare e innovare la tradizione secolare, le peculiarità territoriali in cui il nostro settore affonda le radici, che sanno trasmettere ai giovani un ‘sapere’ fatto di competenza, ingegno, flessibilità ed insegnare loro che in un’impresa artigiana può esservi un futuro di lavoro.
E’ questa l’enorme ricchezza dell’artigianato e delle piccole imprese, è il patrimonio del made in Italy di cui dobbiamo essere fieri custodi e testimoni.
Marco Granelli
Presidente di Confartigianato Imprese, la Confederazione che rappresenta 700.000 artigiani, micro e piccole imprese. Imprenditore nel settore delle costruzioni, Granelli è da lungo tempo impegnato nell’attività associativa: dal 2012 al 2020 è stato Vice Presidente Vicario di Confartigianato e dal 2009 ha guidato Confartigianato Emilia Romagna dopo essere stato, dal 2004, alla presidenza di Confartigianato Imprese Parma