Sembra difficile considerare il lusso come necessità, eppure è possibile scardinare alcuni preconcetti contestualizzando questo bizzarro accostamento.

 

In un’epoca ossessionata dalla velocità, dalla produzione di massa e dall’omologazione, il vero privilegio non risiede nel possesso, ma nella pazienza e nell’arte di chi trasforma la materia in emozione.

L’evoluzione del lusso nella moda e nella produzione orafa può sembrare contrastante se concettualmente paragonato ai beni indispensabili eppure, per il nostro Paese, rappresenta un concetto unitario e fondante lo spirito stesso dell’artigianalità.

L’abito sartoriale o il gioiello forgiato su un nostro desiderio oggi vengono ordinariamente considerati beni di lusso, ma fino all’epoca storica precedente a quella in cui, anche in questi settori, è iniziata la produzione di massa, recarsi dal sarto di fiducia o dal maestro orafo era pratica normale del vivere.

La necessità di allora, oggi viene percepita come straordinarietà.

Ma il “rinascimento artigiano”, ha davvero qualcosa di extra-ordinario, a partire dal suo ruolo sociale, economico e di veicolo di una cultura millenaria del bello.

Oggi le imprese della moda e dell’oreficeria a valore artigiano sono un motore economico importante che crea occupazione e opportunità professionali anche attraverso l’innovazione tecnologica e creativa, promuovendo l’identità culturale dei territori, generando valore economico per intere comunità e stimolando il talento di designer, artigiani e professionisti.

Secondo i dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato elaborati per Confartigianato Moda, infatti, nel comparto del lusso a fine 2024 si contano oltre 90mila imprese, di cui il 53,8% è rappresentato dalle 49mila imprese artigiane della moda (41mila) e della gioielleria (8mila). L’artigianato del lusso si basa sul lavoro e la professionalità di 144 mila addetti, pari al 40,2% di 358mila addetti che rappresentano l’intera occupazione delle imprese della moda e della gioielleria.

 

Il lusso autentico rappresenta un insieme di valori che includono la qualità dei materiali, l’abilità artigianale e la durata nel tempo. Come già sosteneva il filosofo Bernard de Mandeville nel 1705, pur con molte contraddizioni, il lusso contribuisce allo sviluppo e alla prosperità della società.

 

Durante la pandemia abbiamo riscoperto lussi essenziali come il silenzio e il tempo: il tempo per noi stessi, per i nostri affetti, per apprezzare davvero ciò che possediamo. Questi valori ci ricordano che il lusso vero è legato all’eleganza discreta, quella che si riconosce nei dettagli – la qualità di un tessuto, la perfezione di una cucitura, il cesello manuale di un manufatto orafo.

Il lusso autentico nasce dal lavoro artigianale: dalla sapienza delle mani, dalla conoscenza profonda dei materiali, dalla pazienza e dalla dedizione. Un prodotto di qualità richiede tempo per essere realizzato e proprio questa cura lo rende durevole, bello e prezioso.

Questo non significa rifiutare il progresso, ma riconoscere che alcuni valori – la qualità, l’eccellenza, la bellezza – restano fondamentali e attuali.

La moda è un sistema culturale complesso che unisce economia, arte, sociologia e innovazione. La moda italiana, in particolare, ha rappresentato un trionfo di creatività, sperimentazione e ricerca, lasciando un segno indelebile nella storia internazionale.

Le imprese stanno affrontando con sempre maggiore impegno le sfide della sostenibilità: riduzione degli sprechi, innovazione nei materiali, rispetto dei lavoratori e dell’ambiente. Molte aziende stanno investendo in tecnologie pulite, economia circolare e condizioni di lavoro sempre migliori.

Nel delicato equilibrio tra tradizione artigianale e pressioni del mercato globale, si delinea una strategia di tutela per l’eccellenza manifatturiera italiana. Il settore del lusso, intimamente legato alla sapienza artigiana che ne costituisce il DNA, si trova oggi a fronteggiare sfide che mettono in discussione non solo la competitività economica, ma l’essenza stessa del saper fare italiano.

 

Confartigianato Moda sta collaborando da tempo con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ad un piano mirato a preservare l’integrità della filiera nazionale. L’obiettivo è contrastare l’ondata di prodotti tessili e calzaturieri stranieri a basso costo che, con dinamiche di ultra-fast fashion, minacciano un ecosistema produttivo dove l’artigianato rappresenta non un retaggio del passato, ma il cuore pulsante dell’innovazione di qualità.

 

Confartigianato Moda, in prima linea nell’iniziativa ministeriale, richiama però l’attenzione su un aspetto fondamentale: la protezione del sistema moda italiano deve passare attraverso interventi che garantiscano qualità, tracciabilità e legalità, senza gravare sulle piccole realtà artigiane che costituiscono la spina dorsale della produzione di eccellenza.

La visione proposta sottolinea un principio cardine: nel rapporto tra lusso e artigianato, la sostenibilità non è solo ambientale ma anche economica e sociale. Servono misure che premino chi opera nella legalità e persegue una sostenibilità autentica delle filiere produttive, salvaguardando al contempo le botteghe artigiane, spesso a conduzione familiare, dove si tramandano competenze che nessuna produzione industriale può replicare.

La tutela dell’artigianato di qualità richiede un sistema articolato su più livelli: trasparenza e tracciabilità lungo l’intera filiera attraverso una mappatura precisa delle capacità produttive e dell’organizzazione operativa dei fornitori; una remunerazione equa che riconosca il valore reale del lavoro artigianale e delle commesse; un sistema di controlli calibrato, proporzionato alle dimensioni e alle specificità delle diverse imprese, che non trasformi la vigilanza in un ostacolo burocratico per le realtà più piccole.

In questo scenario, il lusso autentico si rivela non come mero posizionamento commerciale, ma come espressione di una filiera dove l’artigianato è valorizzato, riconosciuto e tutelato: un modello in cui l’eccellenza non è compatibile con lo sfruttamento, e dove la bellezza del prodotto finale riflette la dignità di chi lo ha creato.

Il lusso può e deve ritrovare un significato profondo: non solo una categoria commerciale, ma un insieme di valori materiali e culturali legati all’eccellenza, all’autenticità e alla bellezza duratura. L’artigianato di lusso contemporaneo ha l’opportunità di integrare tradizione e innovazione, unendo la sapienza artigianale con le nuove tecnologie, la qualità con l’accessibilità, la creatività con la sostenibilità, l’identità culturale con l’apertura globale.

In questo modo, le catene di valore della moda e dell’oreficeria artigiane possono continuare a essere un motore di progresso sociale ed economico, preservando al tempo

(di Maria Luisa Rubino, Confartigianato Moda e Confartigianato Artistico)


Fondazione Germozzi

Fondazione Germozzi

A Manlio Germozzi, fondatore di Confartigianato, e a sua figlia Maria Letizia, è dedicata la Fondazione Manlio e Maria Letizia Germozzi Onlus.
Costituita da Confartigianato per onorare la memoria del grande interprete del mondo della piccola impresa, la Fondazione ha come obiettivo principale quello di promuovere la cultura dell’impresa “a valore artigiano”.

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Un progetto della Fondazione Manlio e Maria Letizia Germozzi onlus

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