
Negli ultimi decenni il mercato del lavoro ha subito trasformazioni radicali, con una crescente domanda di competenze in ambito STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Le scelte dei ragazzi e delle famiglie, tuttavia, sembrano ancora privilegiare percorsi formativi liceali a discapito di quelli tecnici e professionali, per quanto i dati 2025-2026 vedano una lieve prevalenza del Liceo Scientifico, dato in linea con la necessità di competenze STEM.
Questo sostanziale disallineamento tra formazione e mercato del lavoro genera un preoccupante e costante mismatch, con giovani preparati per professioni sempre meno richieste e aziende in difficoltà nel reperire personale qualificato in ambito tecnico-scientifico.
*La predominanza dei licei
Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione, per l’anno scolastico 2025/2026 il 60% degli studenti ha scelto un percorso liceale, con una forte prevalenza per il Liceo Scientifico. Questo dato risulta in crescita dello 0,36% rispetto all’anno scorso. Al contrario, gli istituti tecnici e professionali hanno registrato rispettivamente il 31,32% e il 12,96% delle iscrizioni. I primi con un calo dello 0,34%, i secondi sostanzialmente stabili, con un leggerissimo calo dello 0,03%.
Un dato che potrebbe risultare positivo è relativo alla nuova filiera professionale, il percorso del 4+2. Secondo i dati del Ministero, le iscrizioni al primo anno sono incrementate dalle 1.669 dell’anno scolastico in corso alle 5.449 del 2025/2026. Questo dato potrebbe ulteriormente migliorare con lo spoglio delle iscrizioni cartacee.
La tendenza globale, tuttavia, evidenzia una marcata preferenza per i percorsi tradizionali, spesso percepiti come più prestigiosi e in grado di offrire maggiori opportunità future.
Tuttavia, questa percezione non sempre riflette la realtà del mercato del lavoro. Un rapporto di Unioncamere del 2024 ha evidenziato che il 40% delle imprese italiane ha difficoltà a trovare personale con competenze tecniche specifiche, mentre gli studenti con competenze generaliste o umanistiche affrontano tassi di disoccupazione più elevati rispetto ai loro coetanei con formazione tecnica.
*La divisione gentiliana e lo stigma verso i percorsi tecnici e professionali
La struttura del sistema educativo italiano affonda le sue radici nella riforma Gentile del 1923, che ha istituito una netta separazione tra licei, istituti tecnici e istituti professionali. Separazione le cui conseguenze tutt’ora perdurano. Questa divisione ha contribuito a creare una gerarchia percepita tra i vari percorsi formativi, con i licei considerati come la scelta d’élite e gli istituti tecnici e professionali spesso stigmatizzati come opzioni di serie B.
È una percezione che influisce profondamente sulle scelte degli studenti e delle loro famiglie. Uno studio dell’ISTAT del 2023 ha rilevato che il 65% dei genitori preferisce indirizzare i propri figli verso un liceo, indipendentemente dalle inclinazioni o dalle competenze dei ragazzi, spesso per motivi legati al prestigio sociale e alle aspettative future.
*Un bagno di realtà
“(…) Da un’analisi dei dati annuali dal Sistema informativo Excelsior pubblicati nei giorni scorsi da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel 2024 le imprese italiane indicano una difficoltà di reperimento del personale nel 47,8% delle entrate previste, in aumento di 2,7 punti percentuali rispetto al 45,1% del 2023. La difficoltà di reperimento nelle micro e piccole imprese (MPI) sale al 51,3% (3,2 punti in più del 48,1% nel 2023), per arrivare al 59,2% nelle imprese artigiane (…).”
Questi dati confermano che una formazione tecnica offre prospettive occupazionali solide e remunerative, rispondendo alle esigenze del mercato del lavoro e colmando il divario tra domanda e offerta di competenze specializzate.
*L’esempio di altri sistemi educativi: Francia, Germania e Stati Uniti
La Fondazione Germozzi, già in un rapporto del marzo 2022, ha proposto di rivedere la struttura complessiva del sistema educativo italiano, prendendo spunto da modelli esteri come quelli di Francia, Germania e Stati Uniti, dove la divisione tra percorsi accademici e professionali esiste ma è meno marcata.
In Francia, il sistema educativo non divide in modo netto (come in Italia) i licei dagli altri percorsi. Esiste il “Lycée Général” (che sarebbe il nostro Liceo Classico), il “Lycée Technologique” e il “Lycée Professionnel”, equivalenti ai nostri Istituti Tecnici e Professionali. Questa struttura permette una maggiore flessibilità e riduce lo stigma associato ai percorsi professionali.
Particolarmente interessante è il sistema educativo tedesco, che si distingue per la sua forte attenzione alla specializzazione precoce e alla valorizzazione dei percorsi tecnici e professionali. Dopo la scuola primaria, gli studenti vengono indirizzati verso diversi tipi di scuole in base alle loro capacità e interessi: il Gymnasium, per chi punta all’università; la Realschule, che offre una preparazione intermedia; e la Hauptschule, orientata verso il mondo del lavoro.
Ciò che rende il sistema tedesco particolarmente efficace è l’importanza data alla formazione tecnica e professionale. Molti studenti, invece di seguire un percorso puramente accademico, scelgono la Berufsschule, che combina teoria e pratica, o la Fachoberschule, che offre una formazione tecnica avanzata. Il cuore di questo sistema è il modello duale, che permette ai giovani di alternare lezioni scolastiche con un vero e proprio apprendistato in azienda.
Altrettanto interessante è il sistema educativo degli Stati Uniti, caratterizzato da una struttura più flessibile rispetto a quella tedesca. Dopo la scuola primaria, gli studenti accedono alla middle school (o junior high school, dai 12 ai 14 anni) e successivamente alla high school (dai 14 ai 18 anni).
L’istruzione superiore è molto valorizzata e gli studenti possono scegliere tra college e università. Tuttavia, il costo elevato rappresenta una barriera all’ingresso che fortunatamente non esiste nella nostra realtà.
*La Commissione Bertagna
In questa direzione salutiamo con interesse i lavori della Commissione Bertagna, che riprendono le indicazioni esplicitate sin dal 2022 dalla Fondazione Germozzi.
In estrema sintesi, la Commissione Bertagna propone di uniformare la denominazione degli indirizzi di studio, estendendo il termine “Liceo” anche agli istituti tecnici e professionali. Il modello prevede:
- Liceo con opzioni classica e scientifica.
- Liceo tecnologico, articolato in tre indirizzi: ICT, meccatronico e chimico-industriale.
- Liceo professionale o di Istruzione e Formazione Professionale, con tre opzioni: sociosanitario, meccanico e alberghiero-ristorazione.
*Conclusione
Il divario tra le scelte scolastiche dei giovani italiani e le reali esigenze del mercato del lavoro rappresenta una sfida cruciale per il futuro del Paese. Occorre promuovere percorsi formativi che valorizzino le competenze tecniche, scientifiche e applicative, favorendo una maggiore integrazione tra scuola e mondo del lavoro. Solo attraverso una riforma mirata sarà possibile preparare le nuove generazioni ad affrontare con successo le sfide di un mercato in continua evoluzione.
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Fondazione Germozzi
A Manlio Germozzi, fondatore di Confartigianato, e a sua figlia Maria Letizia, è dedicata la Fondazione ‘Manlio e Maria Letizia Germozzi onlus’. Costituita da Confartigianato per onorare la memoria del grande sindacalista artigiano, la Fondazione ha lo scopo principale di promuovere tra i giovani la cultura e le attività artigiane, con iniziative di istruzione e formazione professionale finanziate da borse di studio e raccolta di fondi.