Una volta erano le botteghe rinascimentali: luoghi in cui gli artigiani diventavano prima artisti e poi maestri per futuri apprendisti. Caratterizzavano la geografia cittadina dando un’impronta a sobborghi e distretti. Rivoluzione industriale prima, e digitale dopo, hanno contribuito a cambiare spazi e istantanee delle città e dei suoi distretti, portando i quartieri spesso ad assomigliarsi tra loro e a perdere, insieme alla vocazione originaria anche il proprio genius loci.

E’ un tema, questo, che alle società che sviluppano e riqualificano le città, non può sfuggire: per rigenerare e fare crescere un nuovo distretto bisogna conferirgli identità. E per dargli identità serve un modello basato su sostenibilità, inclusione sociale e cultura: anche “la cultura del fare” che ha connotato per secoli il tessuto d’impresa italiano.

 

Ridare vita ai “luoghi del fare”, destinandoli agli artigiani e mettendoli in dialogo con le nuove realtà – startup digitali ed imprese tecnologiche – può diventare il modello virtuoso per far rinascere quartieri deindustrializzati, in fase di progressiva desertificazione

 

Adottare un percorso che unisce rigenerazione, innovazione, artigianalità e cultura rende la strada più lunga e tortuosa ma restituisce alle città il carattere specifico dei diversi dei quartieri che la compongono. La rigenerazione di un quartiere, quindi, dovrebbe passare da un percorso “diffuso”: non più interventi su singoli edifici, o complessi immobiliari, ma su distretti o quartieri.  Una filosofia che parte dalla riqualificazione e, adottando un approccio di sistema, crea luoghi di lavoro accessibili in cui professioni e mestieri si incontrano.

Il modello che con RealStep stiamo portando avanti a Milano Certosa District (zona Nord Ovest di Milano tra Villapizzone, Musocco e adiacente alla stazione Certosa) persegue una visione che mette al centro la persona e il suo benessere.

 

 Tra le scelte che abbiamo fatto c’è stata quella di dedicare una porzione degli spazi in ristrutturazione agli artigiani: invitandoli a venire a stare nel nostro distretto a canone calmierato e condizioni agevolate 

 

Abbiamo messo a disposizione una galleria di 1000m2, organizzata in spazi da 30 a 200mt: una vera e propria “Galleria degli Artigiani” contigua alla CoFactory di Designtech, un hub di design parametrico, robotica e stampa 3D a disposizione di designer e startupper.

Per ridare linfa al tessuto territoriale stiamo integrando nel distretto arti e mestieri diversi ma anche servizi necessari per rispondere alle esigenze delle persone nella loro quotidianità. Edifici, strutture, parchi, spazi comuni abbandonati si sono trasformate, o stanno per farlo, in luoghi perfetti per famiglie, attività produttive, commerciali, ludiche e culturali.

Un modello che crediamo possa essere replicato in altri quartieri di Milano, ma anche in altre periferie in giro per l’Italia e che si articola su 5 direttrici di sviluppo: dare nuova vita green alle aree industriali dismesse, (ri)creare un’identità di quartiere, aprirsi al territorio, dalla ristorazione, ai negozi, ai servizi, al divertimento (investendo per attrarre esercenti), promuovere arte e cultura a misura di quartiere ed infine residenze accessibili con nuove soluzioni per il co-living e progetti di inclusione

Crediamo molto in questo modello, che funziona perché crea valore per tutti: per gli operatori del settore immobiliare per le comunità dei quartieri interessati e per gli artigiani negli ultimi anni trascurati dai progetti di sviluppo delle città.

Immagine creata con intelligenza artigficiale ChatGPT4

© 2024 Spirito Artigiano. Tutti i diritti riservati.