Il turismo delle radici, inteso come movimento di persone che trascorrono soggiorni turistici nei luoghi dove loro stessi, o le loro famiglie, sono nati, o dove hanno vissuto fino a prima di emigrare in luoghi che, col tempo, sono diventati quelli in cui oggi vivono stabilmente, è un fenomeno in forte crescita che coinvolge oltre 80 milioni di oriundi italiani nel mondo e rappresenta un’opportunità strategica per il nostro Paese. Secondo le stime ENIT, ogni anno 10 milioni di turisti delle radici visitano l’Italia, generando un impatto economico diretto di circa 8 miliardi di euro, con una capacità di spesa superiore del 30% rispetto ai turisti tradizionali.

Secondo il rapporto Ambrosetti 2024, il turismo delle radici è destinato a svilupparsi ulteriormente, con una crescita del 40% nel flusso turistico dal 2019 al 2023 e un valore economico complessivo stimato di 65 miliardi di euro, considerando gli effetti moltiplicatori su settori come agricoltura, artigianato e servizi locali nelle aree interne.

Gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato di riferimento, seguiti da Argentina, Brasile, Francia, Svizzera e Germania, con una crescente domanda di esperienze personalizzate che combinano storia familiare, tradizioni locali e artigianato.

Questi viaggiatori, che vivono l’Italia da italiani, sentendosi tali, non cercano semplicemente una destinazione, ma un’esperienza di vita che li riconnetta alle proprie origini. L’Italia può intercettare questo potenziale offrendo itinerari esperienziali legati all’identità locale, e tra gli asset più strategici per accoglierli e fidelizzarli vi è proprio l’artigianato italiano, con il suo valore storico, culturale ed economico.

 

* L’Artigianato: il cuore dell’identità italiana

L’Italia è una terra di saperi antichi e di mani sapienti che trasformano la materia in bellezza. Il turismo delle radici rappresenta una straordinaria opportunità per valorizzare questo patrimonio artigiano, trasformandolo in un’esperienza memorabile per chi torna alla ricerca delle proprie origini.

I turisti delle radici non cercano solo luoghi, ma emozioni autentiche: vogliono riscoprire le proprie origini, immergendosi nei mestieri e nelle tradizioni della terra dei loro antenati. E quale miglior modo di farlo se non attraverso l’incontro con gli artigiani? Nelle loro botteghe il tempo sembra sospeso, e ogni oggetto racconta una storia di passione, manualità e cultura.

Governance territoriale e politiche per fermare lo spopolamento

Uno dei problemi più urgenti che il turismo delle radici può contribuire a contrastare è lo spopolamento dei borghi e delle aree interne. La perdita demografica ha un impatto devastante sulle comunità locali, privando i territori di competenze, identità e forza lavoro.

Affinché il turismo delle radici possa davvero diventare una leva di sviluppo sostenibile, è necessaria una governance territoriale efficace, capace di creare sinergie tra istituzioni, imprese e comunità locali. Serve un piano strategico che non si limiti alla promozione turistica, ma che:

  • Supporti le imprese artigiane locali con incentivi per la digitalizzazione, la formazione e l’internazionalizzazione.
  • Stimoli il ripopolamento dei borghi, favorendo il rientro degli oriundi italiani con agevolazioni e opportunità di investimento.
  • Rafforzi le infrastrutture locali, migliorando la connettività digitale e il trasporto pubblico per rendere più accessibili le aree interne.

Solo attraverso una governance integrata e politiche mirate si può trasformare il turismo delle radici in un’opportunità strutturale e non solo in un fenomeno di nicchia.

 

* Passato e Futuro: l’innovazione che nasce dalla tradizione

L’artigianato italiano non è solo custodia del passato, ma anche un ponte verso il futuro. Il saper fare artigiano è un elemento vivo, in continua evoluzione, che oggi si apre all’innovazione senza perdere la propria autenticità.

Le nuove tecnologie, come la stampa 3D applicata alla ceramica, la realtà aumentata per raccontare le storie delle botteghe, o l’utilizzo di materiali sostenibili, dimostrano come l’artigianato sappia reinventarsi e rispondere alle sfide della modernità senza tradire la propria essenza.

L’unicità del Made in Italy risiede proprio in questa capacità di trasformare l’eredità del passato in un motore di innovazione, mantenendo sempre al centro la qualità, la creatività e il legame con il territorio.

 

* Formazione: la chiave per un’artigianato competitivo e accogliente

Per far sì che il turismo delle radici diventi un’opportunità reale per gli artigiani, è fondamentale investire sulla formazione professionale. Gli artigiani devono essere preparati non solo dal punto di vista tecnico, ma anche su aspetti fondamentali per interagire con un pubblico internazionale.

Ecco alcuni ambiti chiave della formazione per gli artigiani:

  • Competenze linguistiche: conoscere almeno l’inglese e le basi delle lingue dei principali Paesi di provenienza dei turisti delle radici (come il francese, lo spagnolo o il portoghese) può migliorare l’accoglienza e le vendite.
  • Digitalizzazione e marketing online: la presenza sul web, sui social media e sulle piattaforme di turismo esperienziale è ormai imprescindibile per attrarre visitatori.
  • Storytelling e accoglienza turistica: gli artigiani devono imparare a raccontare il loro mestiere e la loro storia in modo coinvolgente, trasformando una visita in bottega in un’esperienza indimenticabile.
  • Tecniche di vendita ed export: comprendere come vendere i propri prodotti a un pubblico internazionale e come sfruttare il turismo per sviluppare mercati all’estero.

Questi percorsi formativi possono essere sviluppati attraverso collaborazioni con associazioni di categoria, enti locali e istituti di formazione specializzati. Solo così gli artigiani potranno essere protagonisti del turismo delle radici e coglierne tutte le opportunità.

 

* Il Turismo delle radici come motore di valorizzazione artigiana

Il turismo delle radici rappresenta più di un fenomeno economico: è una missione culturale ed identitaria. È il filo che lega passato e futuro, un’occasione per riportare a casa chi ha origini italiane e per valorizzare il nostro artigianato come simbolo vivente della nostra tradizione.

Tuttavia, affinché questa opportunità si trasformi in un reale fattore di sviluppo per i territori, è necessario un approccio strategico basato sulla governance locale, sulla formazione degli artigiani e sull’innovazione digitale. Solo così si potrà garantire un turismo che non sia solo temporaneo, ma che lasci un segno duraturo nelle comunità.

E’ il momento per gli artigiani di aprire le loro botteghe al mondo, di attrarre e accogliere i viaggiatori delle radici e di far conoscere il proprio saper fare a chi cerca un pezzo della propria storia in Italia. L’artigianato può diventare il cuore pulsante di una nuova economia dell’accoglienza, in cui il Made in Italy non sia solo un prodotto, ma un’esperienza da vivere e tramandare alle future generazioni.

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