
Il contesto geopolitico economico è profondamente mutato. La Cina entrata nel WTO all’inizio del millennio da un decennio si è posizionata, con forza crescente, al centro, affiancando gli Stati Uniti come blocco economico di riferimento mondiale.
Stati Uniti che, dal 2018, con l’avvio della prima ondata dei dazi di Trump hanno posto in essere un radicale cambiamento nella competizione, passando dall’ideale di un mercato libero con Stato minimale (laissez faire) ad una competizione economica fortemente sostenuta, ed alterata, dall’importante presenza dello Stato: dazi, aiuti di stato alle imprese e incentivi ai consumatori per acquisto di beni nazionali.
La Cina è dichiaratamente un’economia capitalista a guida statale nella quale l’intervento dello stato è ancor più pregnante.
Si apre dunque una competizione globale dove le imprese dei blocchi economici concorrono tra loro sostenute dagli interventi statali che, con angolazioni diverse, alterano la concorrenza a favore dei propri campioni nazionali.
Tra i due blocchi centrali risiede un’Europa dormiente che probabilmente immagina ancora di giocare con le vecchie regole del mercato rispettando i dettami della libera concorrenza impedendo, con l’articolo 107 del TFEU, gli aiuti di stato alle imprese.
È indispensabile che l’Europa si metta immediatamente al passo, allentando i dettami del suddetto articolo, tendando di imporsi come terza forza centrale nel nuovo equilibrio economico mondiale.
«Come può una impresa artigiana reagire a problematiche talmente ampie che rendono piccolo l’agire dello stato nazione?»
L’associazione Confartigianato è una risposta. L’associazione non è soltanto un luogo deputato alla difesa degli interessi degli associati ma anche un motore propositivo che può fare pressione, anche a livello europeo, affinché si prendano le giuste direzioni con benefici che ricadono a cascata sui propri associati.
È tempo di agire.

Lucio Poma
È Chief Economist di Nomisma e Professore Associato di Economia Applicata all’Università di Ferrara. Da anni unisce l’attività di ricerca accademica con quella di analisi strategica per imprese e istituzioni, approfondendo i grandi scenari macroeconomici, le dinamiche dei mercati e le trasformazioni dei sistemi industriali. La sua cifra distintiva è la capacità di tradurre la complessità economica in chiavi di lettura chiare e utili per comprendere il presente e orientare le scelte future.