
Il punto finale del percorso, in qualche modo il coronamento dello spirito artigiano è vendere la propria opera a qualcuno che non solo sia disposto a pagare il prezzo desiderato ma ne apprezzi la qualità e l’abilità produttiva. In questo modo, comprando quel prodotto, l’acquirente costruisce una relazione con il creatore.
La riflessione di Buber ci ricorda che l’essere umano è un essere relazionale e pertanto il costruire relazioni non solo ci completa ma ci definisce. E uno degli aspetti dello spirito artigiano e proprio trasferire con il prodotto non solo una prestazione ma anche qualcosa di chi l’ha creata, contribuendo dunque a definire anche l’identità dell’acquirente. In un certo modo noi siamo anche i nostri gusti e le nostre preferenze.
Per questo motivo la vendita completa il percorso di concepimento e creazione di un prodotto e servizio: non serve solo a ricoprire i costi sostenuti e a generare il necessario profitto, ma motiva il percorso stesso.
Per questo motivo è fondamentale rafforzare ove possibile le attività che supportano la vendita e la rendono più efficace e di successo.
Il digitale può semplificare di molto la vendita, ad esempio gestendo con maggiore facilità i processi di acquisto (eCommerce anche dal negozio…) e i mezzi di pagamento o reclamizzando i propri prodotti e servizi in modo digitale.
Uno degli strumenti commerciali che forse merita maggiore attenzione perché sottoutilizzato rispetto al suo potenziale è però la vetrina della bottega: la finestra che la illumina, che la apre al mondo esterno e che può diventare il luogo di racconto e di promessa di ciò che si troverà all’interno.
Nel corso dei secoli vi sono state alcune innovazioni di tipo urbanistico che hanno cambiato il ruolo di negozi e botteghe nel contesto urbano, a partire dal concetto stesso di mercato che, concentrando più botteghe in uno specifico luogo, rese più semplice l’acquisto da parte degli acquirenti.
L’opera Passagenwerk è una famosa analisi del filosofo e intellettuale Walter Benjamin della Parigi di fine ‘800. Dal lavoro emerge la centralità urbana delle arcades, le nuove strutture architettoniche in metallo e vetro che iniziarono in quel periodo a coprire le vie proteggendo I passanti dalle intemperie senza però renderle buie e, di fatto, creando le condizioni per far nascere le prime “esperienze” d’acquisto. Nacque infatti il concetto di “andare per negozi” – molto diverso dal semplice fare la spesa – che diventa una vera e propria “esperienza urbana” a sè e rende possibile anche il nuovo concetto di acquisto d’impulso: compro qualcosa non perchè lo avevo pianificato ma perchè sono colpito dalla bellezza di ciò che vedo in quel momento. È altamente probabile che la diffusione del digitale stia rendendo possibile una seconda rivoluzione urbana, arricchendo ed estendendo l’esperienza fisica di chi visita una città e va per negozi e botteghe. Una parte di questa trasformazione esperienziale è già visibile nell’ambito dei beni culturali. Chi visita siti archeologici o musei attrezzati con le nuove tecnologie estende la sua vista rispetto a ciò che vede.
Ci sono allora molte tecnologie che possono aiutare a rendere già oggi viva e attraente la vetrina. Vediamone un elenco senza nessuna pretesa di completezza ma di esemplificazione delle potenzialità per dare nuova vita a questa finestra che annuncia e prepara al magico universo della bottega artigiana.
- Video-mapping
- Vetrofanie digitale
- Sticker informativi adesivi con QRcode
- Carte da parati e tessuti stampati digitalmente per pareti e pavimenti
- Diorami e “piccoli mondi”
- Le molte forme della luce
- Le molte forme di interazione
Nel video associato a questo articolo si vedranno alcuni dettagli per coglierne sia le funzionalità che le modalità d’uso.
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Andrea Granelli
Andrea Granelli è presidente di Kanso, società di consulenza specializzata in innovazione e change management. Da diversi anni lavora su temi legati all’innovazione: è stato in McKinsey e successivamente amministratore delegato di tin.it e dei laboratori di ricerca del Gruppo Telecom. È in molti comitati scientifici e in commissioni di valutazione. È stato membro membro del Comitato di valutazione del CNR, direttore scientifico della scuola internazionale di design Domus Academy, presidente dell’Associazione Archivio Storico Olivetti e membro del Consiglio Nazionale del WWF. Ha co-fondato, con Flavia Trupia, PerLaRe, associazione per il rilancio della retorica e con Daniele Di Fausto, Marta Bertolaso, Elena Granata e Carlo Marini, Venture Thinking, Fondazione che si occupa di contribuire a ripensare e riprogettare i luoghi e gli spazi del lavoro non solo costruendo il nuovo ma soprattutto recuperano e rigenerando l’esistente. Ha inoltre curato la voce Tecnologie della comunicazione per la nuova enciclopedia Scienza e Tecnica della Treccani