La Legge di bilancio 2023[1], approvata  nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri, dedica diverse pagine al tema dell’Istruzione[2] ed evidenzia come il fenomeno massivo della ‘Crisi Demografica’ destabilizzi profondamente anche il mondo della Scuola. Così come ampiamente anticipato sul nostro Magazine[3] dal Prof. Rosina è questo il vero tema sensibile dei prossimi anni.

La relazione tecnica della Legge di Bilancio ci ricorda nuovamente come nel prossimo decennio avremo un calo intorno ai 100 mila studenti all’anno[4].

Il conto è presto fatto: quasi un milione e mezzo di allievi in meno. Meno studenti significa meno classi, docenti, dirigenti e meno Istituti scolastici. Si va verso una ‘razionalizzazione’ (parola terribile applicata anche agli ospedali) dettata dall’evidente calo demografico.

Questa riduzione potrebbe (per paradosso) anche non rappresentare un problema a livello didattico poiché meno allievi significa miglior rapporto qualitativo insegnante–alunno. Quindi, ragionando su questa linea, si potrebbe più agevolmente raggiungere l’obiettivo del ‘miglioramento della qualità dell’insegnamento’, come previsto dal  Pnrr. Ma tale ragionamento non deve far perderci di vista il tema centrale: il calo demografico del nostro Paese e lo squilibrio generazionale.

I dati nudi sono questi: un milione e quattrocento mila allievi in meno (in dieci anni) ed un percorso di ‘razionalizzazione’ che porterà a circa 600 istituzioni scolastiche chiuse, con tutto quello che comporta, oltre tutto,  in termini di riduzione del personale scolastico.

Leggendo la Tabella 2 della relazione tecnica i dati sono abbastanza limpidi (vd. tabella a piè di pagina).

Nel 2023 ci sarà una popolazione residente (in età scolare) di 8.137.672 allievi. A scalare, si arriva, nel 2034 con un totale di  6.738.893 studenti potenziali.

E’ un fenomeno che tocca tutto il territorio nazionale e nessuna regione sfugge a questo trend.

In Basilicata, ad esempio, si stima nel 2023 una popolazione scolastica di 69.998 allievi per arrivare nel 2034 a 55. 570. Nel Lazio il calo parte da 808.773 allievi per giungere, dieci anni dopo,  a 669.614.  Stesso trend nelle regioni del Nord: la Lombardia parte da 1.450.149 e arriva a 1.223.990 allievi nel 2034.

Le conseguenze del calo demografico e la spirale del degiovanimento impattano sul sistema dell’Istruzione a molti livelli, compreso l’ovvio calo delle iscrizioni e la conseguente minore necessità di personale scolastico. Il documento indica un calo stimato di 60 mila unità.

All’interno di questo dato è compresa la riduzione in numero dei Dirigenti scolastici. Nel 2024-2025 i Dirigenti saranno 6.490, nel 2028-2029 caleranno a 4.585 e nel 2031-2032 si arriverà a 3.346.

Il risparmio da questo trend discendente, drammatico sotto molti punti di vista, sarà pari a 470 milioni di euro.

Di più. Se fino ad oggi esisteva un criterio oggettivo per l’attribuzione di un Dirigente alla sede scolastica (600 allievi o 400 nelle sedi montane) di qui in poi il tutto sarà attribuito da un ‘algoritmo’ (…) che  “individua il contingente di DS e DSGA definito dividendo per un coefficiente, comunque non inferiore a 900 e non superiore a 1000, il numero degli alunni iscritti nelle istituzioni scolastiche statali nell’organico di diritto dell’anno scolastico di riferimento, su base regionale, integrato dai fattori correttivi dipendenti dalla densità degli abitanti per Kmq, ferma restando la necessità di salvaguardare le specificità derivanti dalle istituzioni presenti nei comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche”[5].

Una considerazione: chi conosce il mondo della Scuola sa benissimo come l’introduzione del sistema degli algoritmi (che è una intromissione nei nostri processi decisionali dei Decision Support System -DSS- di stampo anglosassone) causi spesso controversie.

Un esempio chiarissimo l’abbiamo dalle assegnazioni delle cattedre scolastiche ai Docenti, spesso eseguite in modo automatico da algoritmi.

Assegnazioni che molte volte devono essere riviste, anche dopo anni, a seguito di ricorsi legali sostenuti dai docenti stessi, e che vedono  il Miur solitamente perdente.

Al netto di ciò, resta il dato impressionante: l’evidente calo demografico e lo squilibrio generazionale. Che questi siano fenomeni inesorabili è un assunto teorico poiché si parla di dati ‘storicamente determinati’, quindi modificabili dalla nostra azione.

Purtroppo le proiezioni a disposizione ed i relativi documenti tecnici testimoniano un trend lasciato a se stesso e che richiederebbe, invece, una azione veloce e incisiva. 

[1] https://www.promopa.it/wp-content/uploads/2022/11/legge-bilancio-2023-bozza.pdf
[2] Titolo VII – relazione illustrativa e relazione tecnica, pagg 181 -192
[3] https://spiritoartigiano.it/crisi-demografica-grande-questione-rimossa-nel-paese/
[4] Tab 2- proiezione regionale popolazione residente 3-18 . Fonte ISTAT
[5] Relazione Tecnica Legge di Bilancio 2023

TABELLA 1 – INCIDENZA REGIONALE MEDIA ALUNNI/POPOLAZIONE RESIDENTE 3-18

TABELLA 2 – PROIEZIONE REGIONALE POPOLAZIONE RESIDENTE 3-18

Fonte ISTAT: “Previsioni della popolazione – Anni 2020-2070”

TABELLA 3 – LEGGE DI BILANCIO PAGG. 189-190