Il fenomeno turistico contiene in sé tanti paradossi.

Secondo Marco d’Eramo, saggista e autore de “Il selfie del mondo. Indagine sull’età del turismo” il turismo è la più importante industria del secolo, addirittura un’industria pesante: una delle più impattanti sull’ambiente e sulla topografia urbana

Spesso sottovalutiamo questo fenomeno perché confondiamo il turismo con i turisti, e i turisti sono difficili da prendere sul serio: ci sembrano eternamente fuori posto, mentre a turno siamo anche noi i turisti quando andiamo a visitare altri luoghi rispetto alla nostra città.

Siamo tutti turisti che disprezzano gli altri turisti.

Questo paradosso mostra quanto sia irrisolta la nostra relazione con il settore.

Nella nostra idea di libertà, il turismo è una componente indispensabile, ma è anche un’industria doppiamente inquinante. Oltre all’inquinamento ambientale, si è creato un “inquinamento umano”, che sta trasformando le località turistiche in tante Disneyland.

Un’altra caratteristica contraddittoria del turismo è la ricerca di “autentiche finzioni”. Ai turisti viene “messa in scena” l’idea che hanno del luogo scelto per trascorrere le proprie le vacanze e di questo gioco il turista è pienamente consapevole, sapendo che non tutto quello che vede è davvero autentico. Pensiamo al giro in gondola: nessun italiano le utilizza più per spostarsi a Venezia, ma sono richiestissime dai turisti.

Questa necessità di mettere in scena una realtà più autentica dell’autentico ha portato al consolidamento della pratica delle tradizioni reinventate. Per esempio, il Palio di Siena viene medievalizzato nel 1904. La Corsa dell’Anello di Narni è in costume medievale soltanto dal 1969.

In ultimo, il turismo alimenta l’economia delle città e dei territori, ma la omogeneizza distruggendo le basi economiche su cui si fonda l’identità e il genius loci di questi luoghi. Le abitazioni divengono affitti turistici e le botteghe artigiane diventano negozi di souvenir. Questo è accelerato da un fattore che Marco D’Eramo definisce con molta ironia “il tocco letale dell’UNESCO”, perché il marchio di Patrimonio dell’Umanità, anche se attribuito con le migliori intenzioni di preservare e conservare, alla lunga museifica i luoghi, li sterilizza e accelera l’allontanamento dei residenti dai centri urbani.

Non bisogna però demonizzare un fenomeno vastissimo e fondamentale per le nostre economie ma è importante capire che il turismo ha molti aspetti e genera processi anche contraddittori, su cui occorre oggi più che mai riflettere.

 

Foto di Michele Palmieri da Pixabay