L’ultimo numero dell’anno 2023 di Spirito Artigiano è dedicato interamente al tema della ‘situazione femminile’ nel nostro Paese.

Per introdurre questo tema vogliamo innanzitutto fare riferimento alle recenti indicazioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’incontro con una delegazione di partecipanti alla prima edizione italiana del Women Economic Forum: ” (…) La Costituzione della Repubblica Italiana ha affermato, con decisione, il principio della parità tra donne e uomini, con particolare sottolineatura – all’art. 37 – della necessità di tutela dell’impegno di lavoro delle donne e, insieme, della maternità. La questione della compiuta parità è entrata, a buon diritto, tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile al 2030 delle Nazioni Unite.

Malgrado queste come tante altre solenni indicazioni è un percorso sempre arduo. In Italia il voto alle donne è stato riconosciuto soltanto nel 1946, alla vigilia della scelta repubblicana e della Costituzione.

 Da allora, a buon titolo, sono state, in modo crescente, protagoniste nelle istituzioni e nella vita sociale.  Diverse donne sono state Presidenti del Senato della Repubblica, della Camera dei deputati, della Corte costituzionale. L’Italia ha, per la prima volta, un Primo Ministro donna. Donne guidano o presiedono i consigli d’amministrazione di importanti aziende. Una donna è Presidente della Corte Suprema di Cassazione; un’altra guida l’Avvocatura dello Stato.

 Il tema delle disuguaglianze di genere e del danno che queste recano alle comunità è parte fondamentale delle preoccupazioni delle istituzioni. In occasione della Giornata internazionale della Donna si è calcolato – secondo l’ultimo studio sulla parità di genere dell’ONU – che la mancata inclusione femminile nei progressi della tecnologia trasformativa e dell’educazione digitale, nell’ultimo decennio, abbia sottratto al Prodotto Interno Lordo, soltanto nei Paesi a basso e medio reddito, un trilione di dollari Usa.

Quasi il 40% delle donne, a livello globale, si trova a non avere accesso, a non usare internet.

Una perdita di grave peso per tutta la comunità. Uno strumento varato in Italia nel 2021, per affrontare le conseguenze sociali ed economiche della pandemia da COVID – il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ha previsto interventi, sia sul terreno degli investimenti, sia della promozione di norme di diritto, in favore della parità di genere, insieme alla riduzione delle disuguaglianze intergenerazionali e territoriali.

 

“Sul divario di genere del World Economic Forum, l’Italia si colloca al 79° posto dell’indice su 146 nazioni prese in esame”

 

Oggi, secondo il Rapporto sul divario di genere del World Economic Forum, l’Italia si colloca al 79° posto dell’indice su 146 nazioni prese in esame. L’indice dell’European Institute for Gender Equality, invece, assegna all’Italia, nell’Unione Europea, un valore di 65 su 100, ovvero 3,6 punti al di sotto della media dell’Unione. La strategia ambiziosa del PNRR si propone di aumentare di cinque punti, entro il 2026, la posizione nella classifica elaborata da questo Istituto. Anche per questo è decisivo che il Piano trovi compiuta attuazione (…).

Nulla sarebbe possibile, però, senza un impegno diretto delle donne. Quell’impegno che ne ha suscitato leaders nelle rispettive comunità e ha permesso straordinari cambiamenti sociali. (…)

Non a caso, per indicare il processo di crescita che si realizza, si utilizza l’espressione empowerment: consapevolezza di essere una forza, di possedere risorse di sapienza, di avere capacità ed efficacia. Empowerment è un motore di crescita dell’intera società; e l’impegno, le lotte delle donne – soggetto plurale della storia, è stato osservato giustamente – coincidono con l’avanzamento delle battaglie più significative. (…)

Per il settembre del 2024 le Nazioni Unite hanno indetto un Summit con il proposito di riunire i leader mondiali e costruire un consenso intorno a un “Patto per il futuro” in grado di affrontare cinque capitoli: Sviluppo sostenibile e finanziamento allo sviluppo; Pace e sicurezza internazionale; Scienza, tecnologia e innovazione, cooperazione digitale; Giovani e future generazioni; Trasformazione della governance globale.

Sembra utopia in tempi di guerre come quelli che stiamo attraversando.

Eppure non soltanto è possibile, ma (…) non è difficile cogliere l’intreccio che esiste tra alcuni di questi temi e il ruolo delle donne. Ma se si desidera rendere attuali quegli obiettivi, occorre fare appello alla loro energia, alla loro solidità.

Pace, tutela dell’ambiente, sviluppo, educazione. Affinché (…)  i sogni delle bambine siano realtà” .[1]

In questo discorso sono citati temi diversi ma interconnessi e che diventano centrali per lo sviluppo sociale, culturale ed economico del nostro Paese.

Come ci ricorda anche il Santo Padre Francesco (…) Non si può perseguire un mondo migliore, più giusto, inclusivo e integralmente sostenibile senza l’apporto delle donne. Ecco allora che dobbiamo lavorare, tutti insieme, per aprire opportunità uguali per uomini e donne, in ogni contesto per perseguire una stabile e duratura situazione di parità nella diversità perché la strada dell’affermazione femminile è recente, travagliata e, purtroppo non definitiva (…). [2]

Ecco perché ci è sembrato necessario ed urgente pensare ad un numero monografico sul tema.

Il ‘Valore Artigiano’ che noi esprimiamo è fondato principalmente sulle relazioni, capaci di produrre cultura, tradizione ed al contempo innovazione. E’ frutto della contaminazione dei saperi, delle visioni e delle diverse sensibilità espresse dalle persone in una combinazione di talento, passione e creatività. Sono valori inclusivi ed universali che appartengono già al nostro mondo ma che bisogna continuare a perseguire con decisione e costanza.

 

“Le donne italiane sono le più intraprendenti d’Europa: il nostro Paese conta infatti 1.469.000 imprenditrici e lavoratrici autonome”

 

Infatti, nonostante  tutti gli ostacoli, “ (…) le donne italiane sono le più intraprendenti d’Europa: il nostro Paese conta infatti 1.469.000 imprenditrici e lavoratrici autonome, il numero maggiore tra i Paesi Ue, con un grado di istruzione superiore ai colleghi maschi: il 41,1% è infatti laureato, una percentuale quasi doppia rispetto al 21,4% degli uomini(…).” [3]

Le nostre imprese sono un laboratorio avanzato sulla situazione femminile poiché:   “(…) La nostra partecipazione diretta al lavoro in azienda e lo stretto rapporto con i nostri collaboratori ci consentono di comprendere, forse meglio che in altre realtà produttive, le situazioni di disagio e di abuso. Le nostre imprese devono quindi essere anche  ‘laboratorio’ di educazione al rispetto dei diritti e della dignità delle donne,  attraverso il lavoro come strumento di realizzazione personale, di indipendenza economica e di emancipazione sociale (…)” [4]

Come espresso dal Presidente Nazionale Marco Granelli in occasione della recente Assemblea nazionale di Confartigianato “ (…) L’attività d’impresa, infatti, è spesso una tradizione di famiglia e si nutre del profondo legame con la comunità locale, si alimenta con la storia e le radici culturali del territorio, anche grazie alla presenza di tante donne, che fanno impresa o che sono figure preziose e insostituibili dentro l’impresa e che vanno valorizzate con interventi mirati e un welfare adeguato (…).

Buona lettura!

 

[1] https://www.quirinale.it/elementi/103271
[2] https://www.rainews.it/articoli/2023/03/papa-francesco-il-mondo-sara-migliore-se-tra-uomini-e-donne-ci-sara-parita-nella-diversita-a7392a1f-957d-43a4-bbf8-f4dc0ab95c92.html
[3] https://www.confartigianato.it/2023/02/donne-impresa-da-governo-e-parlamento-si-allappello-di-confartigianato-per-una-svolta-a-sostegno-del-lavoro-femminile/
[4] https://www.confartigianato.it/2023/11/25-novembre-confartigianato-accanto-alle-donne-sempre-con-i-valori-dellimpresa-e-del-lavoro/