Torna alla ribalta il dibattito mediatico sul ‘piccolo è bello’ e sulle dimensioni delle imprese italiane. Stavolta è il quotidiano Il Foglio che, il 28 ottobre, ha ospitato un’analisi firmata da Roberto Mania dalla quale riemergono le consuete accuse di ‘nanismo’ rivolte al nostro sistema imprenditoriale.

Il Presidente di Confartigianato Marco Granelli interviene proprio su Il Foglio del 5 novembre per sgombrare il campo dai “pregiudizi sull’eccesso di piccole aziende considerato causa della scarsa crescita economica italiana”. Partendo dal presupposto che “ogni dimensione d’impresa ha uguale diritto di cittadinanza”, Granelli invita a “chiedersi perché non si cresce e perché, negli anni, abbiamo perso così tanti big player dell’imprenditoria italiana”.

La risposta, per il Presidente di Confartigianato, è “nell’ambiente costellato di ostacoli” che circonda le aziende di qualsivoglia ‘taglia’ esse siano e che soffrono tutte i medesimi problemi: “l’inutile e costosa burocrazia dominata dal ‘potere del timbro’, le lunghe attese per un’autorizzazione ad operare, lo stillicidio di mille balzelli. Hanno in comune la medesima aspettativa di servizi pubblici efficienti, a fronte di tasse tra le più alte d’Europa, di certezza delle norme, di un migliore accesso al credito, di condizioni e strumenti efficaci per innovare e potenziare la qualità della propria azienda”.

Granelli è categorico: “essere piccoli non è una colpa”, soprattutto visti i positivi risultati ottenuti proprio dagli artigiani e dai piccoli imprenditori sui fronti dell’export, della produttività, dell’occupazione, dell’economia circolare.

E continua: “Non si cresce per decreto, ma trovando un terreno libero da ostacoli, fertile di stimoli, di sostegni adeguati, di lungimirante visione politica orientata allo sviluppo economico e all’interesse generale del Paese, alimentato da equilibrate relazioni con le altre dimensioni d’impresa e con gli altri attori economici e sociali”.

Per concludere con un appello a chi guida il Paese e a chi lo osserva e lo analizza: “Tutti gli imprenditori, di ogni settore e dimensione aziendale, devono essere considerati degni dell’attenzione necessaria ad aumentare la loro competitività. La battaglia per fronteggiare le incognite di questi tempi così difficili e per far ritrovare all’Italia la strada dello sviluppo va condotta tutti insieme, Stato e imprese, senza distinzioni di ‘taglia’”

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Foto di brotiN biswaS da Pexels