Dal cuoio artigianale e dai tessuti fini, alle ceramiche intricate e ai mobili di alta qualità, l’Italia è conosciuta in tutto il mondo per la sua tradizione di artigianato di eccezionale qualità. Per molti artigiani è una passione, una forma di espressione artistica e un importante motore economico.

“La memoria nelle mani” è un progetto ANAP e ANCoS Aps in collaborazione con Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno e Fermo, che mira a far rivivere le esperienze di antichi mestieri e le eccellenze del territorio, attraverso la voce di dodici artigiani che intervistati dal giornalista Gabriele Censi raccontano la vita in bottega le loro passioni ed esperienze, avvicinando lo spettatore alla dimensione umana di persone e a storie che fanno trasparire la passione, la difficoltà e la soddisfazione di una vita dedicata all’artigianato. Le video interviste sono raccolte in una play list disponibile su YouTube. Per vederle clicca qui.

Gli artigiani coinvolti sono: Silvano Ercoli (Sarto), Jolanda Cerino (Uncinettatrice), Giorgio Micarelli (Restauratore), Eugenio Borroni (Fabbro), Giusy Verolini (Parrucchiera), Pietro Marchiani (Tornitore), Giuseppe Marzialetti (Cappellaio), Carlo Corvaro (Calzolaio), Paola Mitillo (Fornaia), Giuseppe Sampaolo (Pellettiere), Achille Angelucci (Falegname) e Giuseppe Verdenelli (Orafo). Sentire parlare queste persone ci restituisce la dimensione umana, oltre al valore che ha per quella terra e per il resto del paese il mestiere in bottega. Qualcuno ha iniziato molto presto interrompendo gli studi per poi finirli da più adulto, qualcun altro ricorda con emozione di essere stato fondamentale per la riabilitazione di una persona uscita malconcia da un incidente, nel tornare a lavorare l’oro e i metalli nobili, poi c’è chi ci ha messo anni per finire la costruzione di casa date le difficoltà e chi ha studiato le belle arti pur rimanendo molto affezionato alla sua terra e con poche velleità di avere fama nazionale. Tutti hanno da raccontare qualcosa che va al di là del “semplice” lavoro di tutti i giorni ma che ha a che fare con la terra, le persone e l’opera. Tutti hanno riscontrato però un quadro nelle Marche ma anche nel resto del paese, che può essere uno stimolo per le istituzioni a fare meglio.

Nelle interviste emergono diversi punti comuni ai maestri: è importante che gli artigiani abbiano accesso a risorse e supporto per far crescere e sviluppare le loro attività. Questo può includere finanziamenti per la formazione e l’acquisto di attrezzature, oltre a opportunità per partecipare a mostre e fiere per promuovere il loro lavoro. Per preservare e promuovere questa tradizione antica, andrebbe stimolato l’apprendistato e corsi di formazione per giovani appassionati, e molte più organizzazioni dovrebbero essere coinvolte nell’organizzazione di eventi e mostre. Un altro tema affrontato negli scambi con il giornalista Censi è quello del mantenimento delle abilità manuali e del patrimonio culturale. Grazie all’impegno degli artigiani, queste abilità sono state tramandate di generazione in generazione e sono ancora molto vive oggi, gli artigiani locali utilizzano materiali del posto e metodi di produzione sostenibili, il che significa che i loro prodotti hanno un impatto ambientale minimo. Inoltre, la produzione artigianale a livello locale contribuisce a ridurre l’impatto ambientale legato al trasporto, poiché i prodotti non devono essere trasportati su lunghe distanze.

Possiamo ribadire con certezza che l’artigianato è una parte fondamentale della cultura e della lingua italiana. Con l’educazione, il supporto e l’opportunità per gli artigiani, possiamo assicurare che questo patrimonio di conoscenze e competenze continui a prosperare e a influire positivamente sulla cultura e sull’economia italiana.

 

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