Le opere d’arte dell’alto artigianato internazionale sono le protagoniste della mostra «Homo Faber Event» organizzata a Venezia da Alberto Cavalli, direttore esecutivo di Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship, in programma dal 10 aprile al 1° maggio.

Il Corriere della Sera di venerdì 8 aprile dedica ampio spazio a questo evento internazionale, ospitato negli spazi della Fondazione Cini all’isola di San Giorgio Maggiore, che si propone di superare il concetto tradizionale di mostra per diventare una vera e propria iniziativa interattiva e multisensoriale. Come scrive Silvia Nani sul quotidiano, l’evento è capace di coinvolgere il visitatore in un percorso costituito da una sintesi delle migliori espressioni artistiche europee e non, con un occhio particolare alla straordinaria produzione di alto artigianato del Giappone.

«II meglio che portiamo da tutto il mondo dimostra che si tratta di un patrimonio vivo», afferma il direttore Cavalli. La mostra-evento vuole evidenziare, infatti, come l’artigianato sia un tema vivo e da vivere e perciò coniuga la possibilità di ammirare raffinati manufatti, espressione della sapienza e della cultura artigiana, con l’opportunità di osservare i gesti degli artigiani al lavoro, il tutto nella cornice di luoghi unici al mondo allestiti per l’occasione dai migliori professionisti internazionali.

L’ex piscina Gandini, allestita dal regista Bob Wilson, è il palcoscenico degli oggetti di scena e dei costumi della Madama Butterfly, tutti oggetti preziosissimi di produzione dell’artigianato giapponese. Il gioco delle luci ed i video sapientemente realizzati dalla coreografa Suzuky Hanayagi fanno parte del percorso giapponese di questa mostra-evento e assicurano al visitatore un coinvolgimento totale ed intenso.

Nell’area monumentale della Fondazione Cini i manufatti della produzione artigianale giapponese sono rappresentati anche da una galleria fotografica allestita nel Chiostro dei Cipressi e nel Cenacolo Palladiano.

Un altro luogo che è possibile vivere grazie all’iniziativa organizzata da Alberto Cavalli è il Teatro Verde, restaurato con la collaborazione di Cartier. L’alto artigianato europeo è, invece, il protagonista della mostra “Next of Europe”, allestita nella Sala degli Arazzi dall’architetto Stefano Boeri. Si tratta di circa 200 manufatti tra i quali splendidi vasi creati da designer della vetreria Venini.

La capacità dell’artigianato di essere espressione alta dello spirito umano consente di creare relazioni tra diverse culture come si evidenzia in altre iniziative che hanno messo in luce opere d’arte ed artigiani prevalentemente italiani. L’articolo del Corriere ci ricorda quella curata dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d’arte, con opere realizzate in carta,  e la mostra organizzata nella Biblioteca del Longhena, con manufatti in porcellana.

Mancano all’appello gli artigiani delle aree coinvolte nella guerra. Il direttore Alberto Cavalli vuole rappresentare la sua vicinanza alle popolazioni colpite dichiarando come l’organizzazione abbia deciso di lasciare vuoti gli spazi dedicati ai loro artigiani ed esporre una scritta di solidarietà «Per ribadire come le mani dell’uomo non debbano più servire a fare del male ma, solo, a essere autrici di qualcosa di meraviglioso».

 

Gli artigiani del lusso

Nell’approfondimento sull’evento della Fondazione Cini, Alessandra Quattrodio ha realizzato una intervista con Judith Clark responsabile di una delle 15 mostre dell’«Homo Faber Event» dal titolo «Dettagli: genealogia dell’ornamento».

L’iniziativa è dedicata ad artigiani del lusso impegnati in diversi settori merceologici. Manufatti preziosi di pelletteria, sartoria, oreficeria, gioielleria ed orologeria, profumeria e prodotti artistici realizzati con i fiori e le piume sono in mostra nell’Ex scuola nautica della Fondazione Giorgio Cini che ospita veri e propri laboratori artigianali allestiti traendo ispirazione dal dipinto di Antonello da Messina ‘lo Studiolo di San Girolamo’.

Sono presenti diversi Brand come Alga, A.Lange e Söhne, Aquaflor, Buccellati, Cartier, Chiso, Dolce e Gabbana, Hermès, Jeaeger-LeCoultre, Maison Lamarié, Piaget, Serapian, Vacheron Constantin, Van Cleef e Arpels, Yoox net-a-porter Group and The Prince’s Foundation, spesso in competizione ma associati dal concetto di artigianalità.

Come afferma l’organizzatrice Judith Clark «Credo che l’approccio sia speciale poiché enuclea ciò che accomuna queste maison in competizione fra loro e che tutte difendono: la trasmissione di sapienze artigiane straordinarie e rare. II fattore umano, inoltre, ha una centralità all’interno di ognuna di esse, piccole o grandi siano».

Profonda conoscitrice di Venezia e vero punto di riferimento per le mostre dedicate alla moda, Judith Clark considera la città dei Dogi molto più che una location ideale: «Chi è interessato alle arti applicate non può comunque non risalire alle tradizioni che affondano in questa città le loro radici: le arti del legno, della pietra e, ovviamente, del vetro, ma anche ai libri che le documentano, come quelli conservati qui, alla Fondazione Cini».

 

L’alto artigianato, espressione di sostenibilità e inclusione

L’aspirazione a realizzare i propri talenti, a vivere una vita più corrispondente ai ritmi ed alle esigenze personali, il rifiuto di accettare condizioni di lavoro poco soddisfacenti, sono gli elementi alla base della Great Resignation, le ‘grandi dimissioni’, tema toccato dalla giornalista Ornella Sgrol sull’approfondimento del Correre della Sera di Venerdì 8 Aprile.

Nell’articolo, Andrea Tomasi, responsabile dell’‘Homo Faber Guide’, guida digitale della Fondazione Cologni sui mestieri d’arte, testimonia come molti persone stiano scegliendo di dedicarsi all’alto artigianato sino a diventare talenti riconosciuti a livello internazionale. E’ un profondo cambio culturale che conduce numerosi giovani a fare una scelta di lavoro più rispondente ai criteri di sostenibilità ed inclusione ed anche diverse persone già inserite nel mondo del lavoro a lasciare una strada sicura e già affermata per andare alla ricerca di un mestiere più vicino al proprio paradigma personale. Come afferma Tomasi «I giovani artigiani sono molto attenti alla sostenibilità e all’inclusione a partire dalla scelta dei materiali, su cui fanno un grande lavoro di recupero e di ricerca di materiali innovativi sostenibili».

In questo fenomeno si coniuga la cultura del territorio con l’apertura internazionale. Ne è testimonianza l’opera del finlandese Juho Könkköla che realizza con la carta di riso guerrieri ispirati alla tradizione scandinava e samurai giapponesi. La straordinaria arte giapponese, al centro della mostra evento «Homo Faber» del 2022, è fonte di ispirazione anche di un celebre ceramista francese originario del Benin King Houndekpinkou che evidenzia come «L’artigianato è un ponte tra le culture e la ceramica è terra, acqua e fuoco, contiene la conoscenza massima di questo universo».

 

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