Con il crollo delle istituzioni tradizionali, scuola, famiglia e chiesa, come ha ricordato Francesco, siamo in un cambiamento d’epoca. Le intelligenze che prima erano sviluppate nei contesti di vita, ora sono sempre meno sollecitate.

La scuola si trova poi davanti a nuove sfide, come ad esempio il blocco dell’apprendimento, frutto delle carenze affettive generate dalle relazioni fragili degli adulti con i ragazzi. La scuola quindi per lavorare efficacemente sull’apprendimento si trova così a dover fare i conti con una relazione educativa con connotazioni che in passato erano patrimonio della famiglia.

Un contributo interessante a questa riflessione è l’esperienza della Scuola Oliver Twist di Cometa, una realtà sociale nata alle porte di Como, che dall’accoglienza di un bambino in affido, è cresciuta da incontro a incontro in modo imprevisto e imprevedibile, entrando nel mondo dell’educazione inizialmente per aiutare i ragazzi che abbandonavano la scuola.

Nel 2005 nasce il progetto sperimentale Liceo del Lavoro, una scuola per i ragazzi che l’hanno abbandonata, dove ognuno possa imparare attraverso l’esperienza. Percorsi personalizzati in cui ciascuno può scegliere una professione a piacere; attraverso l’alternanza scuola lavoro la passione dei maestri artigiani restituisce ai ragazzi gusto, motivazione e desiderio di apprendere.

Con la certezza che chiunque è educabile, abbiamo scommesso sui ragazzi espulsi dal sistema scolastico proponendo un Liceo, ovvero un percorso flessibile dove l’educazione della ragione si alimenta attraverso il valore educativo del lavoro. Una ragione quindi non intesa come misura e ridotta dallo scientismo prima e dalla tecnocrazia poi, ma aperta alla realtà per introdursi alla conoscenza e al senso profondo delle cose.

Un Liceo del Lavoro dove l’artigianalità, il fare con le mani diventa esperienza di ricomposizione, occasione di sviluppo psichico e crescita della persona. In un contesto culturale dove il nulla sembra aver vinto e la mancanza di senso è la grande sofferenza dei giovani, nella “assenza del padre” il lavoro con la sua concretezza esercita una funzione regolativa che risana e costruisce la persona.

 

Recuperare la cultura del lavoro, identitaria della tradizione del nostro popolo, nobilita il lavoro non come un prezzo da pagare, una schiavitù contrapposta alle arti liberali, ma come luogo della conoscenza di sé e della costruzione del bene comune, come capacità di creare bellezza. Ne sono testimoni le oltre 900 aziende che in questi anni hanno accolto i ragazzi di Cometa per lunghe esperienze di tirocinio, per molti diventate poi assunzioni.

 

Assecondando questo approccio pedagogico, siamo rimasti spiazzati nell’accorgerci che i ragazzi che a scuola non volevano venire, in azienda erano irriconoscibili. Ci siamo persuasi che dovevamo portare il lavoro a scuola e la scuola al lavoro. È nato così nel centro di formazione professionale della Scuola Oliver Twist di Cometa il modello formativo della scuola impresa, dove i laboratori professionali sono svolti in assetto lavorativo: un bar, un ristorante, una pasticceria, una falegnameria e un ufficio stile del tessile dove i ragazzi lavorano su commesse reali. Una innovazione del sistema formativo che ha portato a una serie di riconoscimenti internazionali e che è diventata una pratica formativa anche oltre i confini nazionali.

Una nuova idea di scuola, che necessariamente supera la sola formazione frontale tradizionale, a favore di una didattica attiva, laboratoriale, una strada obbligata per coinvolgere i ragazzi. Ci siamo accorti che non si trattava di una strategia di rimotivazione, ma di un cambio di paradigma: dall’idealismo al realismo.

Ci siamo scoperti, infatti, frontiera del cambiamento dalla tradizionale scuola idealista che forma il pensiero spiegando concetti a una scuola realista, consapevole che, soprattutto oggi, il pensiero nasce dalla relazione della persona con la realtà, ovvero dal rapporto tra soggetto e oggetto.

Questa consapevolezza nel tempo è diventata occasione per realizzare una avanguardia educativa, una scuola su misura, personalizzata, dove ciascuno possa dare il meglio di sé. È nato così nel 2016 il primo Liceo Artigianale italiano, nuova sintesi tra sapere umanistico, scientifico e tecnico pratico per coniugare mente e mano, pensiero e azione. Dal 2022 il Ministero dell’Istruzione poi ha autorizzato una innovazione di sistema autorizzando il Liceo Imprenditoriale Artigianale del Design, un percorso quinquennale dove attraverso il design, e insieme ai maestri artigiani, i ragazzi possono scoprire le dimensioni del mondo dell’eccellenza tessile e del legno arredo.

 

Il modello che abbiamo voluto riprodurre è, da un lato, quello delle botteghe dell’arte e dell’artigianato, un laboratorio dove si può agire e intervenire direttamente: laboratorio, quindi, non solo come luogo, ma soprattutto come ambiente e, in modo particolare oggi, laboratorio di produzione tecnologica dove il digitale rappresenta una componente non secondaria

 

Nelle nostre aule, lo studio si fonde con la pratica per imparare anche dall’esperienza, con insegnanti che diventano maestri; si impara da imprenditori, docenti universitari, ricercatori e artigiani e la ricerca dell’eccellenza è parte del metodo didattico.

Ogni anno la didattica prevede la realizzazione di un progetto trasversale a tutte le discipline, detto “commessa”. Il progetto è finalizzato alla creazione di un prodotto di design, con contestuale sviluppo imprenditoriale, attraverso la ideazione, progettazione e realizzazione di un modello 3d, prototipo e relativo business plan e piano di marketing.

La Scuola Oliver Twist è ospitata in un luogo bello, accogliente, eco-sostenibile: una struttura moderna e gradevole, curata nei minimi particolari, mantenuta con cura e attenzione, anche dagli studenti e docenti.

La bellezza e la coscienza della bellezza sono parte integrante della nostra esperienza pedagogica.