Il fenomeno dell’overtourism è collegato anche all’incremento delle locazioni turistiche di appartamenti.

L’affollamento delle città, oltre a dequalificare l’esperienza dei viaggiatori, porta molti disagi alla vita quotidiana dei residenti e mette a rischio la sostenibilità delle stesse destinazioni.

In Italia, il Ministero del Turismo sta lavorando ad una bozza di legge nazionale molto attesa, perché il nostro Paese, a differenza di molti altri stati europei, non ha ancora regolamentato questo settore.

Oggi i sindaci italiani non hanno un potere diretto di limitare gli affitti brevi turistici, perché questa competenza è di livello nazionale.  L’unica eccezione è la città di Venezia, che per la particolare conformazione e la delicatezza del suo ecosistema è stata oggetto di una norma nazionale apposita.

Abbiamo voluto analizzare le situazioni turisticamente più significative iniziando proprio da Venezia.

 

Venezia

 Il comune di Venezia conta oggi 249.808 abitanti. Il centro storico (zona limitata ai sestieri della città lagunare) sta subendo negli anni un crollo di residenti. Nel 1951 gli abitanti del centro storico arrivano a 174.808, merito anche dell’esplosione di attività manifatturiere e commerciali.

Oggi il centro di Venezia è al di sotto dei 50.000 abitanti (dati del 2022)

In base ai dati di Ocio (Osservatorio Civico sulla Casa e la Residenza di Venezia) i posti letto in strutture ricettive non alberghiere da 12.000 nel 2008 sono arrivati a quasi 40.000 nel 2019 e gli alloggi privati costituiscono ormai il 92% delle strutture ricettive della Venezia insulare.

Secondo la Smart Control Room del Comune di Venezia (un sistema di monitoraggio che utilizza i dati dei cellulari per monitorare flussi e presenze in città) solo a Pasqua 2022 ci sono stati almeno 20.000 turisti che hanno pernottato nel comune di Venezia, senza però risultare registrati in nessuna struttura.

Vista la sua particolare conformazione nel 2022 è stato approvato dal parlamento, una norma, il cosiddetto “Emendamento Pellicani” del Decreto Aiuti del 2022, che consente a Venezia, unica città in Italia, di disciplinare gli affitti brevi.

L’emendamento stabilisce che il Comune possa subordinare lo svolgimento dell’attività di locazione breve per oltre 120 giorni l’anno al mutamento di destinazione d’uso dell’immobile, che se supera i 120 giorni diventerà un’attività imprenditoriale a tutti gli effetti, con relativo regime fiscale. Le locazioni non sono quindi vietate, ma vengono riconosciute come attività imprenditoriale.

 

Firenze

Il Sindaco Nardella ha emanato una delibera di Giunta che dallo scorso 1° giugno limita gli affitti turistici brevi in area UNESCO. Il limite non si applica agli affitti già attivi, ma solo per quelli nuovi.

Nardella, non avendo a disposizione una legislazione ad hoc come a Venezia, ha utilizzato lo strumento del POC, il Piano Operativo Comunale cioè la “legge” che regola le attività urbanistiche in città.

Saranno inoltre introdotte agevolazioni fiscali per tutti coloro che vorranno tornare indietro, cioè al regime con affitti di lungo periodo. Per loro il Comune annuncia l’azzeramento dell’IMU sulla seconda casa per ben tre anni.

 

Bolzano e l’Alto Adige

La Provincia Autonoma di Bolzano ha istituito un tetto ai posti letto turistici, che è stato fissato in 239.088. Sarà previsto un numero chiuso ai pernottamenti, affiancato al divieto per i residenti di creare nuovi affittacamere o mettere a disposizione nuovi posti letto in case private.

L’obiettivo è tutelare il patrimonio naturalistico della zona e allo stesso tempo, tenere sotto controllo gli affitti. Non ci sarà quindi nessuna limitazione per i visitatori che sono interessati a trascorrere una giornata in Alto Adige senza pernottare.

 

La Spezia e le Cinque Terre

Nelle Cinque terre quasi il sessanta per cento delle abitazioni sono sul mercato della locazione breve.

In queste città a forte vocazione turistica è sempre più difficile trovare una casa da parte dei residenti, il che ha favorito lo spopolamento dei centri storici.

Le amministrazioni locali temono che il flusso turistico – formato da turisti che pernottano e ed escursionisti di giornata – sia eccessivo e ingestibile per un territorio piccolo e con risorse tutto sommato limitate. Per questo, i sindaci delle Cinque Terre hanno chiesto al Governo di intervenire con una legge sul turismo che preveda misure per gestire gli ingressi nella zona anche contingentando l’accesso nei periodi di maggiore affollamento.

 

Foto di Geri Art da Pixabay