Quali sono i punti di forza della piccola impresa, non solo per il buon andamento dell’economia, ma anche e soprattutto per gli effetti di ricaduta sociale sui territori? Le piccole imprese rappresentano la spina dorsale del sistema produttivo italiano oppure sono l’anello debole della catena della creazione del valore, come sostiene il fastidioso mainstream che vede l’economia italiana malata di ‘nanismo d’impresa’? Le sfide del PNRR sono alla portata dell’artigianato e delle piccole imprese?

A queste e altre domande ha risposto il Censis nel rapporto ‘1°Radar artigiano. Piccole imprese e artigianato, motori di sviluppo. L’Italia reale al tempo del PNRR’, commissionato da Confartigianato.

‘La prima edizione del rapporto – sottolineano i ricercatori dell’Istituto di ricerca socio-economico nella premessa – è subito stata sfidata dalla necessità di raccontare il valore artigiano dentro una situazione eccezionale segnata dall’inedito più inatteso della nostra storia: la pandemia con i suoi drammatici corollari di emergenza sanitaria, sospensione della vita economica e stravolgimento di esistenze individuali e collettive’.

Di seguito i principali risultati della survey.

Artigianato e piccole imprese: Componente decisiva dell’economia, con un’alta social reputation.

La centralità dell’artigianato e delle piccole imprese nell’economia e nella società si manifesta in molti modi e gli italiani la riconoscono perché per il 73,9% ci sono tante piccole imprese italiane molto competitive sui mercati nazionali e globali e per l’89,6% le piccole imprese, incluse quelle artigiane, creano lavoro, prodotti belli, ben fatti e tengono coese le comunità. Competitività, creazione di valore e occupazione, spinta coesiva nelle comunità: gli obiettivi del PNRR possono essere raggiunti solo riconoscendo il ruolo delle piccole imprese.

Un di più di valore per resistere a Covid-19.

Pensando al dopo Covid-19, il 62% degli imprenditori ha difficoltà ad immaginare di tornare alla vita normale ed il 58% teme di avere difficoltà economiche. All’incertezza generata dallo shock pandemico i piccoli imprenditori, inclusi quelli artigiani, hanno reagito mettendo in campo forme di resistenza, che alcuni dati congiunturali certificano: nel 2019-2020 rimane stabile il numero delle piccole imprese (+0,4%), mentre negativi quelli relativi alle imprese con 10- 49 addetti (-4,2%) e a quelle con oltre 50 addetti (-2,6%). E al primo trimestre 2021 il saldo tra nuove piccole imprese e quelle cessate segna +6.993 unità, mentre era -28.149 unità al primo trimestre 2020. E gli italiani riconoscono e apprezzano gli sforzi delle piccole imprese, incluse quelle artigiane, per restare in piedi. Infatti, il 77,9% riconosce lo spirito di iniziativa degli artigiani, la loro capacità di ricorrere a modi nuovi per portare avanti le attività, l’87,8% l’impegno messo nel reagire alle difficoltà. Impegno e spirito di iniziativa sono confluite in una particolare attenzione al di più di qualità che ne connota i prodotti e servizi: lo pensa il 77,6% degli italiani, con percentuali che restano alte trasversalmente a territori e gruppi sociali.

Risorsa essenziale per la ripartenza post Covid-19, da preservare e potenziare.

Per il 92,8% degli italiani le piccole imprese, incluse quelle artigiane, sono molto o abbastanza importanti per la ripartenza dell’economia italiana, in particolare per il 53,1% perché sono un settore trainante della nostra economia, per il 39,7% perché esprimono la ricchezza dei territori e del meglio che c’è nel nostro Paese. Più grande è sempre meglio è indicazione distante dalla reale struttura produttiva italiana. Non a Piccole imprese e artigianato, motori di sviluppo 13 caso, per il 45,7% degli italiani l’economia italiana non si rinforzerà obbligando le piccole imprese ad aggregarsi (il 29,7% pensa il contrario, il 24,5% è incerto). Al contrario ampio il consenso verso misure incentivanti lo sviluppo delle piccole imprese: l’80,6% degli italiani (il 9,6% è contrario, il 9,8% è indeciso) ritiene che occorra portare le piccole imprese sulle piattaforme web facilitandone l’accesso ai mercati globali ed il 74,8% è d’accordo ad affidare, fino a un massimale di 150 mila euro, i lavori pubblici alle piccole imprese dei territori in cui saranno aperti i cantieri (il 9,9% è contrario, il 15,3% è indeciso).

Sostenibilità, prossimità, attenzione alla salute: dentro i trend chiave del post Covid-19.

L’essenzialità delle piccole imprese e di quelle artigiane si misura anche dal loro star dentro le dinamiche chiave del nostro tempo, richiamate anche nel Recovery Fund. Le imprese artigiane sono interpreti avanzate di sostenibilità, tanto da averne adottato da tempo valori e pratiche: non a caso, per l’87,1% degli italiani occorre puntare sull’artigianato per una economia più sostenibile, rispettosa dell’ambiente, dei territori e delle persone ecc. E per il 90,4% i saperi e i prodotti artigiani sono un motore di attrattività turistica dei territori, decisivi per promuovere un turismo di qualità. Inoltre, per il 66,7% degli italiani i prodotti e servizi artigiani sono in linea con le nuove esigenze di tutela della salute.

Pionieri di sostenibilità, motori di attrattività turistica, garanti della tutela della salute: triade che conferma come le piccole imprese e quelle artigiane possono essere protagoniste dei processi più avanzati del dopo Covid-19.

Pronti a rispondere al bisogno di consumi di qualità personalizzati.

L’81,8% degli italiani tornerà a spendere dopo Covid-19 nei negozi fisici che sia per prodotti e servizi per la cura e il benessere personale o per rifarsi il guardaroba. La voglia di consumi è indicativa della voglia di tornare a vivere e recuperare il tempo perduto degli italiani: d’altronde, per l’89,1% i consumi sono espressione della propria identità o comunque una parte importante del proprio benessere. In concreto, il 69,1% degli italiani ritiene che è il tempo di consumi di più alta qualità, importanti anche per la ripartenza dell’economia italiana. Voglia di qualità che vuol dire anche prodotti che si possono manutenere (89,8%), sono tracciabili (83,2%) e personalizzati (76,9%): proprietà su cui gli italiani sono disposti a spendere qualche soldo in più e rispetto alle quali trovano risposte appropriate proprio nell’azione delle piccole imprese e di quelle artigiane.